È sicuro volare con il coronavirus ancora in circolazione? In parte dipende da dove ci troviamo. Ma sebbene le prove concrete siano ancora insufficienti, sembra che il rischio di essere contagiati dal coronavirus durante un volo sia relativamente basso.
“Nel complesso, gli aerei sono probabilmente più sicuri dei pub scarsamente ventilati, dove numeri simili di persone non indossano la mascherina, parlano molto e a voce alta”, afferma Julian Tang dell’Università di Leicester, nel Regno Unito.
Ovviamente è più sicuro non viaggiare, soprattutto se si appartiene alle categorie più vulnerabili. E se si hanno sintomi che potrebbero essere ricondotti al coronavirus, non bisogna assolutamente viaggiare.
Camminare, andare in bicicletta o spostarsi con il proprio veicolo riduce al minimo il rischio di entrare in contatto con persone che potrebbero essere infette. Se usiamo i mezzi pubblici, il rischio dipende in primo luogo dalle probabilità che una persona infetta si trovi sullo stesso autobus, treno o aereo, e poi dalle probabilità che ci infetti.
Viaggiare in Corea del Sud, per esempio, dove solo una persona su 225mila al giorno risulta positiva, è decisamente più sicuro che viaggiare negli Stati Uniti, dove ogni giorno risulta positiva una persona su 6.500. O nel Regno Unito, dove ogni giorno si conferma positiva una persona su 60mila.
I sistemi di ventilazione degli aerei sono molto efficaci nel ridurre la concentrazione complessiva di qualsiasi agente patogeno
Se in aereo siamo seduti vicino a una persona infetta, quante probabilità abbiamo di contrarre il virus? Non lo sappiamo con certezza perché non abbiamo dati sicuri su cui basarci, ma alcuni studi ci offrono già qualche indizio.
Uno è stato condotto su un volo di cinque ore da Singapore alla Cina, il 23 gennaio, in cui 11 delle 325 persone a bordo sono state contagiate da un solo uomo. I passeggeri erano stati sottoposti a screening prima dell’imbarco, ma la temperatura dell’uomo era aumentata durante il volo e non indossava la mascherina. Non è chiaro come sia avvenuta la trasmissione.
D’altra parte, il 22 gennaio, quando una coppia infetta aveva volato dalla Cina al Canada, nessuno degli altri 350 passeggeri del volo di 15 ore era stato contagiato. Tutti portavano le mascherine.
In un rapporto sulle evidenze mediche della trasmissione in volo, l’International Air Transport Association (Iata), un’associazione del settore, afferma che quando quattro compagnie aeree hanno seguito 1.100 passeggeri risultati infetti dopo il volo, solo una persona è risultata probabilmente contagiata da uno di loro.
Tuttavia, non è chiaro quanto siano affidabili questi risultati, perché non è stato pubblicato nessun dettaglio e la Iata non ha risposto alle nostre domande. Comunque, ci sono buoni motivi per pensare che i rischi siano bassi.
Rischi calcolati
In molti aeroporti la temperatura delle persone viene controllata prima di farle salire a bordo e adesso le compagnie disinfettano gli aerei tra un volo e l’altro e chiedono ai passeggeri di indossare le mascherine. Anche l’aria viene sostituita ogni 3-5 minuti e quella che torna in circolazione passa attraverso i filtri Hepa che dovrebbero rimuovere quasi tutte le goccioline contenenti il virus.
“I sistemi di ventilazione degli aerei sono molto efficaci nel ridurre la concentrazione complessiva di qualsiasi agente patogeno disperso nell’aria espirata dai passeggeri”, afferma Tang. Il pericolo principale sono le conversazioni faccia a faccia in cui è possibile scambiare l’aria prima che sia portata via, oltre a quelle che avvengono prima o dopo il volo.
Secondo Arnold Barnett, del Massachusetts Institute of Technology, negli Stati Uniti il rischio di contagio è di circa uno su quattromila se il volo è pieno. Se i posti centrali vengono lasciati vuoti, scende a uno su ottomila.
Nel Regno Unito, i rischi sono circa dieci volte inferiori, afferma Barnett. Cioè, c’è solo una possibilità di contagio su 40mila. Ma queste sono solo stime approssimative basate su una serie di ipotesi.
Non è chiaro quali siano le probabilità per chi viaggia in treno o in autobus, dato che i loro sistemi di ventilazione variano. Per esempio, sui treni Eurostar l’aria viene sostituita ogni 15 minuti. Ma Eurostar non ha risposto alla domanda se i suoi treni sono dotati di filtri Hepa.
In Cina, da uno studio condotto su 2.334 persone infette che hanno viaggiato su treni ad alta velocità è emerso che hanno infettato 234 passeggeri, ma nello spazio di tre file di distanza da loro hanno viaggiato in totale 72mila persone.
(Traduzione di Bruna Tortorella)
Questo articolo è stato pubblicato dal settimanale New Scientist.
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