Il 22 settembre il governo statunitense ha annunciato due iniziative legate all’autismo. In futuro le confezioni di paracetamolo vendute negli Stati Uniti dovranno riportare un avviso secondo cui l’uso del farmaco durante la gravidanza aumenterebbe il rischio che i bambini sviluppino l’autismo e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (adhd). Inoltre le autorità sanitarie statunitensi approveranno la somministrazione di un farmaco chiamato Leucovorin ai bambini affetti da disturbi dello spettro autistico (asd).
Nessuna delle due decisioni sembra basata su prove scientifiche solide, ed è probabile che il loro effetto sull’incidenza dell’autismo negli Stati Uniti sarà minimo.
Ad aprile il segretario alla salute Robert F Kennedy Jr aveva promesso di identificare le cause dell’autismo entro la fine di settembre. Durante una conferenza stampa, il presidente Donald Trump ha definito le iniziative del suo governo “due passi storici nella battaglia contro la crisi dell’autismo”.
Tutto questo dimostra un’incomprensione o una rappresentazione errata di quello che sappiamo sull’autismo. Non esiste nessuna crisi: l’incidenza dell’autismo ha cominciato ad aumentare rapidamente negli anni ottanta con l’ampliamento dei criteri diagnostici. Negli ultimi decenni una maggiore consapevolezza dei sintomi dell’autismo ha contribuito a un aumento delle diagnosi.
Per quanto riguarda le “cause” dell’autismo, le prove a carico del paracetamolo sono poco convincenti. Vari studi hanno indicato che l’assunzione di questo farmaco in gravidanza può incrementare il rischio che i figli risultino affetti da autismo. Un’analisi recente di 46 diverse ricerche evidenzia che 27 hanno riscontrato un legame tra l’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza e un aumento dei disturbi del neurosviluppo come l’autismo. Tuttavia il fatto che esista un’associazione non significa che il paracetamolo causi l’autismo: potrebbero essere in gioco altri fattori.
Altri studi hanno fornito risultati contrastanti. Uno del 2024, condotto su quasi 2,5 milioni di bambini, ha riscontrato un rischio di autismo leggermente superiore tra quelli esposti al paracetamolo durante la gestazione, ma l’effetto scompariva se si confrontavano i bambini esposti al paracetamolo con i loro fratelli che non lo erano.
“La causa era la loro storia familiare, non l’assunzione di paracetamolo”, ha spiegato Dimitrios Siassakos dello University College London. “La ricerca ha dimostrato che qualsiasi incremento marginale apparente (nell’incidenza dell’autismo) come risultato del consumo di paracetamolo durante la gravidanza tende a scomparire se si considerano i fattori più rilevanti”, come quelli genetici, che secondo decenni di ricerche sono tra le cause principali del disturbo.
Durante la sua conferenza stampa, Trump ha dichiarato che le donne incinte non dovrebbero assumere paracetamolo per il dolore o la febbre durante la gravidanza e che farebbero meglio a “stringere i denti”, invitandole a “parlare con il loro medico per ottenere maggiori informazioni”. Tuttavia la Food and drug administration (Fda) ha ammesso in un comunicato stampa che non è stato accertato alcun rapporto causale tra il paracetamolo e l’autismo, precisando in una nota rivolta ai medici che il paracetamolo resta l’antidolorifico più sicuro durante la gravidanza.
“È l’unico farmaco da banco autorizzato per alleviare i sintomi della febbre durante la gravidanza, che nei casi più gravi può comportare rischi elevati per i nascituri”, ha ricordato l’agenzia. La febbre alta durante la gravidanza è stata collegata a parti prematuri e a difetti nello sviluppo del cervello e del midollo spinale del feto.
Solo confusione
L’Fda ha inoltre annunciato che approverà la prescrizione del farmaco Leucovorin per le persone affette da deficit di acido folico cerebrale (Cfd), un disturbo che impedisce l’assorbimento della vitamina B9 nel cervello. Alcune ricerche indicano che fino al 40 per cento delle persone affette da autismo ha anche questo disturbo, che provoca sintomi simili come le difficoltà di comunicazione e di elaborazione sensoriale.
Il Leucovorin, una forma di vitamina B9, è già usato per contrastare le carenze di questa sostanza e gli effetti collaterali di alcuni farmaci per la cura dei tumori. Le prime ricerche indicano che potrebbe alleviare alcuni dei sintomi più gravi dell’autismo. In uno studio del 2016, 23 bambini autistici con difficoltà del linguaggio hanno ricevuto due dosi di Leucovorin al giorno, mentre a un altro gruppo composto da 25 bambini è stato somministrato un placebo. Dopo dodici settimane, il 65 per cento dei bambini che avevano assunto Leucovorin presentava un significativo miglioramento clinico nella comunicazione verbale, rispetto al 24 per cento del gruppo di controllo.
Ma finora tutti gli studi sul rapporto tra Leucovorin e autismo sono stati di piccole dimensioni, e nella maggior parte dei casi hanno rilevato solo miglioramenti modesti. Un grande studio clinico in corso dovrebbe produrre i primi risultati nel 2026. “Allo stato attuale le prove disponibili sono poco affidabili e non possono essere considerate solide”, ha dichiarato Monique Botha dell’università di Durham, nel Regno Unito. “Anche se i farmaci possono avere un effetto positivo in aspetti molto specifici dell’autismo, non c’è ancora un medicinale o un trattamento che possa cancellare questo disturbo”.
Dopo l’annuncio di Kennedy Jr, il dipartimento della salute ha chiarito in un comunicato che “nonostante il Leucovorin sia promettente, è importante sottolineare che non rappresenta una cura per gli asd e può solo produrre un miglioramento nei deficit legati al linguaggio in un sottogruppo di bambini affetti da asd”.
Con il sostegno di Trump, Kennedy ha trasformato la lotta contro “l’epidemia di autismo” in un pilastro della politica sanitaria degli Stati Uniti. Sia il presidente sia il segretario alla salute hanno definito queste misure dei grandi passi avanti fatti in un arco di tempo limitato. Tuttavia la scienza suggerisce che evitare il paracetamolo durante la gravidanza e assumere il Leucovorin non produrrà effetti significativi rispetto all’autismo. In realtà l’esito più probabile di queste iniziative sarà creare confusione su come affrontare in modo sicuro il dolore e la febbre durante la gravidanza.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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