Il partito di estrema destra Sanseitō è emerso come uno dei grandi vincitori dalle elezioni per la camera alta del parlamento che si sono svolte il 20 luglio in Giappone, guadagnando consensi grazie ai suoi avvertimenti su una “invasione silenziosa” e alle promesse sui tagli alle tasse e sulla spesa per il welfare.

Nato su YouTube durante la pandemia di covid-19 per diffondere teorie complottiste sui vaccini e su una cricca di élite globali, il Sanseitō ha fatto irruzione nella scena politica con la campagna “Nihonjin fāsuto”, prima i giapponesi. Ora ha conquistato 14 seggi, che si aggiungono a quello ottenuto nel 2022. Nella camera bassa, con più poteri della alta, ha invece solo tre seggi.

“Con ‘prima i giapponesi’ intendevo esprimere la necessità di ricostituire i mezzi di sostentamento della popolazione opponendosi al globalismo. Non sto dicendo che dovremmo vietare completamente l’ingresso agli stranieri o che tutti gli stranieri dovrebbero andarsene dal Giappone”, ha dichiarato Sohei Kamiya, 47 anni, leader del Sanseitō, commentando le elezioni.

Il Partito liberaldemocratico (Pld) del primo ministro Shigeru Ishiba e il suo alleato, il Komeitō, hanno perso la maggioranza alla camera alta. Questo li rende ancora più dipendenti dall’opposizione dopo la sconfitta alla camera bassa, lo scorso ottobre. “Il Sanseitō è al centro dell’attenzione, in particolare negli Stati Uniti, per la sua retorica populista e contro gli immigrati. È più il sintomo di una debolezza del Pld e di Ishiba che altro”, dice Joshua Walker, responsabile dell’associazione culturale statunitense Japan Society. Nei sondaggi condotti prima del voto dalla Nhk, la tv pubblica giapponese, il 29 per cento degli elettori indicava i problemi del sistema previdenziale e il calo della natalità come le questioni più urgenti. Il 28 per cento era preoccupato per l’aumento dei prezzi del riso, raddoppiati nell’ultimo anno. L’immigrazione si piazzava al quinto posto, indicata dal 7 per cento degli intervistati. “Siamo stati accusati di essere xenofobi e discriminatori. L’opinione pubblica ha capito che i mezzi d’informazione si sbagliavano e che noi avevamo ragione”, ha detto Kamiya. Secondo gli analisti, il suo messaggio ha fatto presa sulle persone frustrate per un’economia debole e una valuta che negli ultimi anni ha attirato un numero mai così alto di turisti, facendo lievitare ulteriormente i prezzi, ben oltre il livello che i giapponesi possono permettersi.

Il Giappone, con una società segnata da un rapido invecchiamento, nel 2024 ha anche registrato 3,8 milioni di residenti nati all’estero, una cifra record che comunque corrisponde ad appena il 3 per cento della popolazione totale, molto meno che negli Stati Uniti e in Europa.

Ispirato da Trump

Kamiya, ex direttore di un supermercato e insegnante d’inglese, prima delle elezioni ha detto di essersi ispirato allo “stile politico audace” del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ha anche fatto paragoni con partiti come Alternative für Deutschland (Afd) e Reform Uk, anche se le politiche populiste di destra non hanno ancora attecchito in Giappone quanto in Europa e negli Stati Uniti.

Dopo le elezioni, Kamiya ha dichiarato di voler seguire l’esempio delle forze populiste emergenti in Europa, costruendo alleanze con altri piccoli partiti piuttosto che collaborare con il Pld, al potere per gran parte della storia giapponese del dopoguerra. L’attenzione del Sanseitō per l’immigrazione ha già spostato la politica giapponese a destra. Pochi giorni prima del voto, il governo Ishiba aveva annunciato un nuovo gruppo di lavoro per combattere “reati e disordini” provocati da cittadini stranieri, e il suo partito aveva promesso di puntare ad avere “zero stranieri irregolari”.

Kamiya, che ha fatto conquistare il primo seggio al suo partito nel 2022 dopo aver suggerito all’imperatore del Giappone di prendere delle concubine per avere un erede, ha cercato di attenuare alcune posizioni controverse assunte in passato. Durante la campagna elettorale, tuttavia, è stato attaccato per aver criticato le politiche sulla parità di genere (ha detto che incoraggiano le donne a lavorare, impedendogli di fare figli). Per attenuare l’immagine di “testa calda” che si era costruito e per ampliare il sostegno oltre la fascia di uomini tra i venti e i trent’anni (lo zoccolo duro degli elettori del Sanseitō), Kamiya il 20 luglio ha schierato una serie di candidate. Tra loro c’era anche Saya, una cantante pop che è entrata in parlamento.

Come altre forze d’opposizione, il Sanseitō ha chiesto tagli alle tasse e un aumento degli assegni familiari, proposte che preoccupano gli investitori per la tenuta del sistema fiscale e per l’enorme accumulo di debito. A differenza dei partiti tradizionali, però, il Sanseitō ha un forte seguito online, dove può attaccare il sistema politico. Il suo canale YouTube ha 400mila follower, più di qualsiasi altra forza politica presente sulla piattaforma e tre volte più del Pld.

L’affermazione del Sanseitō alla camera alta per Kamiya è solo l’inizio. “Stiamo crescendo e siamo in grado di rispondere alle aspettative della gente. Costruendo una solida organizzazione e assicurandoci cinquanta o sessanta seggi, credo che le nostre politiche diventeranno finalmente realtà”, ha dichiarato. ◆ gim

Il premier Ishiba a rischio

◆ Alle elezioni del 20 luglio per il rinnovo di metà della camera alta del parlamento giapponese, la coalizione di governo, formata dal Partito liberaldemocratico (Pld) e dal Komeitō, ha perso la maggioranza, che già aveva perso alla camera bassa lo scorso ottobre. D’ora in poi, quindi, per far passare proposte di legge e la legge di bilancio dovrà chiedere l’appoggio di almeno un partito all’opposizione. Subito dopo la sconfitta, il primo ministro Shigeru Ishiba ha detto che non intende dimettersi. Il Pld, pur avendo perso tredici seggi, rimane la forza politica con il maggior numero di rappresentanti in parlamento. Visto che Ishiba è stato sconfitto per due elezioni di seguito, i suoi deputati potrebbero chiedergli di farsi da parte e, secondo lo Yomiuri Shimbun, potrebbe farlo entro la fine di luglio. Alla vigilia del voto il tema centrale oltre all’immigrazione è stato l’inflazione. La promessa del Pld di distribuire 20mila yen in contanti a ogni cittadino contro il caro vita non è bastata a convincere l’elettorato. Il 23 luglio il presidente statunitense Donald Trumpha annunciato che Washington e Tokyo hanno raggiunto un accordo sui dazi: gli Stati Uniti dal 1 agosto imporranno alle merci giapponesi dazi del 15 per cento, non del 25 per cento come minacciato da Trump.


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Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati