Nella corsa per salvare la stagione turistica estiva, l’Italia è in ritardo rispetto alle sue rivali mediterranee, Grecia e Spagna. L’idea del presidente del consiglio italiano Mario Draghi di vaccinare gli italiani fragili e anziani prima di aprire il paese ai turisti è moralmente giusta ma economicamente rischiosa.

Gli albergatori italiani sono preoccupati. Lo è anche Rocco Forte, l’albergatore britannico che il 3 giugno dovrebbe aprire Villa Igiea, la sua residenza di lusso in Italia, un palazzo dell’ottocento che ricorda un castello e domina il golfo di Palermo. Forte spiega che gli statunitensi benestanti, che di solito costituiscono metà della sua clientela, esitano a prenotare perché non sanno quando l’Italia riaprirà e se sarà un luogo sicuro.

In Grecia è tutto molto diverso: sono stati avviati programmi pilota per i turisti stranieri, un test per le aperture della prossima estate. Almeno 69 isole greche avranno abitanti completamente vaccinati entro la fine di aprile. In Spagna città turistiche come Madrid e Barcellona sono rimaste aperte durante la pandemia. Gli alberghi di Roma e Milano sono entrati e usciti dal lockdown per mesi.

Tensioni sociali

Draghi vuole usare ogni strumento disponibile per velocizzare le vaccinazioni in Italia, anche facendo leva sulla stagione estiva. È pienamente giustificato nello stabilire queste priorità, ma si tratta di una scommessa. La prospettiva che l’Italia resti senza turisti che spendono molto sta già alimentando tensioni politiche e sociali. I ristoratori di Roma si sono scontrati con la polizia il 12 aprile vicino al parlamento, mentre manifestavano contro le chiusure. Nel frattempo i governatori delle regioni minacciano d’ignorare la richiesta di Roma di vaccinare per primi i cittadini più anziani e vulnerabili, e di seguire invece il modello greco che favorisce gli abitanti delle isole turistiche, come la Sicilia, Capri, Stromboli e Panarea. La Confindustria ha ridotto le sue stime sulla crescita, dal 4,8 al 4,1 per cento. Secondo il presidente Carlo Bonomi, per due terzi di questo risultato dipende dalla stagione turistica. Eppure Draghi è rimasto fermo nella sua posizione: il vaccino deve essere somministrato prima agli anziani e ai più fragili. Con un atteggiamento duro nei confronti del potente settore alberghiero, l’ex presidente della Banca centrale europea ha dato un’interessante indicazione su come prevede d’imporre il cambiamento nella moribonda economia italiana.

La prima preoccupazione di Draghi è evidente: il programma di vaccinazioni italiano ha evidenziato alcune delle peggiori debolezze del belpaese. La burocrazia ha complicato la vaccinazione dei più anziani. E in alcuni casi è stata data la precedenza a gruppi privilegiati. Il mese scorso ho parlato con un uomo di 96 anni in Friuli Venezia Giulia a cui non era ancora stata comunicata una data per il vaccino, e anche con un cinquantenne in salute, che dirige una società finanziaria a Milano, che invece era appena stato vaccinato. Se l’Italia vuole avere una possibilità di rivitalizzare la sua economia dopo la pandemia deve combattere la burocrazia e i favoritismi che la strangolano. Cos’è meglio delle vaccinazioni per cominciare?

Il governo è consapevole dell’importanza del turismo, che secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in Italia rappresenta il 13 per cento del pil e quasi il 15 per cento dell’occupazione. E se è vero che gli italiani possono trascorrere le vacanze nel loro paese, l’economia ha bisogno dei turisti stranieri più ricchi.

Ori Kafri, cofondatore della catena alberghiera a cinque stelle JK Place, mi spiega di aver ricevuto molte richieste per la sua struttura di villeggiatura a Capri, da parte di turisti pronti a prenotare le vacanze che hanno dovuto rimandare. Ma lui è scettico sull’utilità di dare la precedenza nei vaccini alle isole turistiche. “Bisogna che l’intero paese sia immunizzato”, dice. “Bisogna guardare al quadro generale, come fanno i turisti stranieri”. L’Italia è l’unico paese europeo con più di un milione di stanze d’albergo. La maggior parte delle strutture sono gestite da piccole aziende a conduzione familiare, mentre le grandi catene sono solo il cinque per cento delle strutture alberghiere. Draghi scommette che le migliori strutture a conduzione familiare riusciranno a essere flessibili e a rispondere anche con poco preavviso appena l’Italia riaprirà. È quel genere di qualità che ha permesso alle aziende oneste di fare affari per decenni nonostante il caos della politica a Roma. Ma in questo caso si profila anche un’opportunità post-pandemia. Uno degli ostacoli allo sviluppo economico italiano negli ultimi vent’anni è stato il dominio dei piccoli alberghi familiari e poco redditizi. Da tempo in Italia mancano infrastrutture alberghiere che attirino ricchi turisti da Stati Uniti, Europa del nord, Medio Oriente e Cina.

Arrivano i grandi gruppi

È un affronto all’orgoglio italiano che la Francia attiri 90 milioni di turisti all’anno, la Spagna circa 83,5 e l’Italia solo 60 milioni, nonostante le sue ricchezze naturali, culturali e culinarie. Rivitalizzare il settore turistico è da tempo considerato un modo per rilanciare la spenta economia del paese, in particolare nel sud. Gli investitori ritengono che le difficoltà economiche provocate dal covid renderanno finalmente appetibili i prezzi per i grandi gruppi desiderosi di entrare nel settore turistico italiano. L’azienda franco-italiana Covivio, di proprietà del miliardario Leonardo Del Vecchio, ha concluso a settembre l’acquisto di sette alberghi in Italia, tra cui l’Exedra di Roma, per 573 milioni di euro. Gli alberghi di lusso Six Senses e Bulgari stanno preparando la loro apertura a Roma. Andrea Guerra, ex capo di Luxottica, è stato assunto dalla Lvmh-Moët Hennessy Louis Vuitton, multinazionale con sede a Parigi, per dirigere le catene alberghiere Belmond e Cheval Blanc, un segnale che l’azienda prevede di espandersi in Italia.

Nell’inevitabile riorganizzazione del capitalismo italiano dopo la pandemia, costruire un settore turistico più adatto ai gusti dei viaggiatori che oggi spendono di più sarebbe un punto di forza. La preoccupazione immediata di Draghi è la campagna vaccinale, ma se lo scossone dovuto al covid-19 dovesse portare maggiori profitti per il settore vacanziero non si lamenterà. ◆ ff

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati