Il 16 aprile i giudici della corte suprema britannica hanno deciso all’unanimità che le donne trans non possono essere considerate donne ai fini della legge sulla pari opportunità, l’Equality act del 2010. La sentenza potrebbe avere conseguenze significative anche sul diritto delle donne trans di usare gli spazi e i servizi riservati alle donne. Lo stesso vale per gli uomini trans, che potrebbero essere esclusi dagli spazi e dai servizi esclusivamente maschili.
Kishwer Falkner, presidente della Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani (Ehrc) ha detto che d’ora in poi l’accesso agli spazi riservati “sarà deciso in base al sesso biologico”. Ma la comunità queer è preoccupata perché nella nuova situazione per le persone trans potrebbero diventare impossibile accedere a bagni, spogliatoi o altri spazi riservati. Rispondendo a questi timori, Kishwer Falkner ha affermato che le persone trans “dovrebbero usare il loro peso collettivo per ottenere degli spazi terzi e neutri” da poter usare liberamente.
Per quanto riguarda le strutture del Servizio sanitario nazionale (Nhs), i dirigenti hanno confermato che stanno lavorando per adeguare alla sentenza le loro politiche sui reparti maschili e femminili. Oggi le persone trans sono trattate in base al modo in cui si presentano: abbigliamento, pronome usato. La ministra della salute Karin Smyth ha detto che il servizio sanitario garantirà che le persone trans siano trattate “con dignità e nel rispetto della privacy”, sottolineando però che “la sentenza è molto chiara sul fatto che il sesso di una persona è quello biologico. Ovviamente l’Nhs dovrà adattarsi, come tutti gli enti pubblici”.
L’Ehrc ha dichiarato di essere al lavoro per mettere a punto un codice di condotta aggiornato e valido per tutti i servizi pubblici, dalla sanità alle carceri. Questo significa che le donne trans potranno finire nelle prigioni maschili e gli uomini trans in quelle femminili.
Per quanto riguarda le case rifugio, secondo la sentenza le donne trans non potranno più essere ospitate nelle strutture dedicate esclusivamente alle donne vittime di violenza domestica. Tuttavia una delle principali ong attive nel settore, Refuge, ha chiarito che non cambierà il suo modo di operare. “Siamo impegnate ad aiutare tutte le persone che sono vittime di violenza, comprese le donne trans”, ha detto la direttrice Gemma Sherrington, spiegando che “Refuge offre alle donne trans una serie di servizi specializzati, tra cui una linea telefonica, alloggi e supporto a livello di comunità”.
L’effetto della sentenza si farà sentire anche nel mondo dello sport, che da tempo s’interroga sulla possibilità che alle donne trans sia consentito di gareggiare negli sport femminili. Attualmente le decisioni spettano alle singole federazioni. Ma Falkner ha ricordato che d’ora in poi le persone nate di sesso maschile non potranno gareggiare con le donne. ◆ ap
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati