Specchio, specchio delle mie brame, qual è la casa automobilistica più verde del reame? Se facessimo questa domanda in Germania, sentiremmo i vertici della Bmw, della Daimler e della Volkswagen gridare in coro: “Io!”. Oggi la parola d’ordine è tutelare l’ambiente. Dopo anni di esitazioni, le case automobilistiche tedesche passano armi e bagagli alla mobilità elettrica, facendosi concorrenza a suon di annunci su elettrificazione, digitalizzazione e rivoluzione della mobilità. E alcune novità sostanziali in effetti ci sono.

Il 15 marzo al Power day della Volks­wagen (un evento ispirato al Battery day della Tesla) Herbert Diess, l’amministratore delegato del gruppo, ha dichiarato che nel 2030 su dieci automobili prodotte dai marchi del gruppo – tra gli altri ci sono Audi, Seat, Škoda e Porsche – sette saranno elettriche. Per garantire la disponibilità di batterie, la Volkswagen vuole costruire sei fabbriche in Europa, con una capacità complessiva di 240 gigawattora. Uno di questi impianti sorgerà a Salzgitter, in Germania, e un altro a Skellefteå, in Svezia. Per quanto riguarda gli altri stabilimenti, invece, le sedi non sono state ancora decise, ma sembra che ce ne sarà un secondo in Germania, uno probabilmente in Spagna e un altro nella Repubblica Ceca o in Slovacchia.

Diess punta sulle batterie a cella unificata, che la Volkswagen vorrebbe installare sull’80 per cento circa dei modelli entro il 2030. L’azienda si propone di ottenere dalla batteria a cella unificata un abbattimento dei costi dal 30 al 50 per cento, in modo da rendere l’elettrico competitivo anche in assenza di sovvenzioni statali. Entro il 2025, inoltre, il gruppo di Wolfsburg punta al primato mondiale nel settore. In futuro, in particolare, tutti i suoi veicoli dovrebbero basarsi sulla stessa infrastruttura tecnica, comprensiva di hard­ware, software, batterie, sistemi di ricarica e servizi per la mobilità.

La Bmw, invece, ha dichiarato che l’anno decisivo sarà il 2023. Dal 2013 il parco auto dell’azienda bavarese include il modello i3, un veicolo completamente elettrico che ha avuto un discreto successo ma nessuna evoluzione sostanziale. Nei prossimi due anni la Bmw punta a mettere su strada tredici modelli completamente elettrici che coprano il 90 per cento dei segmenti di mercato. Dal 2030, inoltre, Mini sarà il primo marchio interamente elettrico del gruppo (con la Smart, prodotta ormai solo con motore elettrico, la Daimler è già più avanti). L’amministratore delegato della Bmw, Oliver Zipse, prevede che entro il 2025 la vendita dei modelli elettrici dell’azienda aumenti in media del 50 per cento all’anno.

Nel frattempo la Bmw cesserà gradualmente la produzione di motori a combustione interna in Germania. Già dall’anno prossimo i suoi quattro grandi stabilimenti tedeschi produrranno ognuno almeno una vettura completamente elettrica. La fabbrica di Monaco di Baviera sta gradualmente delocalizzando la produzione dei motori a combustione interna nei siti di Steyr, in Austria, e di Hams Hall, nel Regno Unito. Questo processo dovrebbe concludersi entro il 2024, quando lo stabilimento di Monaco sarà ristrutturato. Nella città bavarese sorgerà un nuovo impianto per l’assemblaggio dedicato esclusivamente ai motori elettrici. Alla Daimler è in corso una rivoluzione simile. Anche la fabbrica di Untertürkheim, praticamente il nucleo d’origine del gruppo, si sta convertendo alla mobilità elettrica. Dal 2024 la Mercedes-Benz produrrà qui un motore elettrico. Anche se non è stata fissata una vera e propria data per l’abbandono della benzina e del diesel, sia la Bmw sia la Daimler si propongono di diminuire drasticamente la gamma di motori a combustione interna, limitandosi a perfezionare quelli già esistenti. In fin dei conti saranno i clienti a decidere quando scoccherà l’ultima ora del motore a scoppio. Ma alcuni concorrenti – per esempio la Jaguar e la Volvo – hanno già fissato una scadenza: rispettivamente il 2025 e il 2030.

Una delle maggiori preoccupazioni delle case automobilistiche è la carenza di punti di ricarica pubblici. La Ionity, un’azienda fondata da case automobilistiche tedesche in collaborazione con partner stranieri, sta allestendo una propria rete per la ricarica veloce. Inoltre la Volkswagen conta su ulteriori iniziative di ampliamento dell’infrastruttura pubblica in Europa, negli Stati Uniti e in Cina, e il 15 marzo ha annunciato che con questo obiettivo avvierà delle alleanze con aziende del settore energetico: la Bp nel Regno Unito e in Germania, l’Iberdrola in Spagna, l’Eni in Italia.

Alcuni marchi del gruppo stanno prendendo in considerazione l’idea di costruire proprie reti di ricarica veloci. Per il momento la Bmw e la Daimler non sono interessate a progetti simili. La Bmw, per esempio, ha fatto notare che attualmente in Europa ci sono 170mila punti di ricarica a disposizione dei suoi clienti a condizioni speciali. Può darsi che questa strategia sia influenzata anche dai costi: per la realizzazione di una rete di ricarica in Europa la Volkswagen spenderà 400 milioni di euro.

Abbassare i valori

I produttori tedeschi si stanno preparando all’avvento della mobilità elettrica – e perciò all’addio al motore a scoppio – che arriverà prima di quanto si pensasse fino a poco tempo fa. Un ruolo decisivo in questo senso è svolto anche dalla regolamentazione europea, sempre più severa nonostante il livello di emissioni dei moderni motori a combustione sia, nelle normali condizioni d’uso, sorprendentemente basso. Entro il 2030 l’Unione europea punta a ridurre i gas serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990; dal 2025, inoltre, entrerà in vigore la nuova normativa Euro 7 sulle emissioni. Il contenuto della normativa è ancora in discussione, ma è già chiaro cosa bolle in pentola a Bruxelles: il livello delle emissioni consentite si abbasserà talmente da equivalere a una messa al bando dei motori a combustione interna. E quindi fare di necessità virtù e smettere di opporsi all’onda verde che attraversa la società diventa una scelta obbligata. ◆ sk

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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati