I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun, del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

È una vera ossessione di Fratelli d’Italia quella di cancellare “l’egemonia culturale della sinistra”. Ma quale cultura avrebbero da offrire a loro volta i postfascisti di Giorgia Meloni? E quanto quella cultura è ancora impregnata dei trascorsi fascisti, oggi rinnegati ma non troppo? Troviamo le risposte a queste domande nel libro di Valerio Renzi. “Le radici profonde non gelano mai”: questa citazione di Tolkien è molto in voga nel partito meloniano. E non a caso, spiega l’autore. La storia della destra italiana dai tempi dell’Msi di Giorgio Almirante e di Pino Rauti a oggi è caratterizzata, malgrado tutti i cambiamenti, da una forte linea di continuità ideale, fatta di tradizionalismo anti-ugualitario, del culto dell’uomo che resta in piedi malgrado la sconfitta (del fascismo) e vittimismo. All’esterno quelle radici non sono più messe in mostra, ma sono il vero collante di FdI. Tuttavia oggi come settant’anni fa rimane un’altra costante: l’incapacità della destra di creare validi prodotti culturali capaci di parlare alla gente comune. Certo, ormai può contare su giornalisti influenti e può vantare il successo della giornata del ricordo delle vittime delle foibe ma, come dimostra Renzi, nella cultura popolare italiana la destra non ha lasciato il segno. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1623 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati