I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung e della radio pubblica tedesca.

Da quarant’anni il neoliberismo si è affermato, ormai quasi incontrastato, come la religione civile che a livello globale governa l’economia, le società e la politica. E tutti, o quasi, facciamo partire quest’offensiva vittoriosa da due nomi, quelli di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan. Marco D’Eramo ha il grande pregio di andare più in profondità, di raccontarci l’offensiva ideologica, alla fine vincente, orchestrata da ricchissime fondazioni statunitensi, finanziate da grandi capitalisti del midwest, portata avanti per convincerci che non esistono capitalisti e operai, sfruttatori e sfruttati, ma soltanto “imprenditori di se stessi”, che siano miliardari o profughi su una barca diretta a Lampedusa. I neoliberisti sono riusciti ad affermare i loro princìpi – viva il mercato, abbasso l’intervento pubblico – in tutti i campi, dalla scuola alla sanità, dai servizi pubblici alla sicurezza: in breve, hanno vinto, in termini gramsciani, la battaglia per l’egemonia ideologica. La conseguenza: oggi siamo tutti “capitale umano”, con i nostri dati al servizio dei colossi del web e con i nostri debiti al servizio del capitale finanziario. Ma quel “dominio” non ha niente di ineluttabile se – capovolgendo la massima di Gramsci – riscopriamo l’ottimismo della ragione.

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Questo articolo è uscito sul numero 1400 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati