Nel 1978 New York era pericolosa, sporca e cadente, ma era anche la capitale della cultura statunitense. A quarant’anni di distanza è un posto più tranquillo e pulito, ma ha perso la sua anima. Dyja è nato a Chicago nel 1962.
Le gioie e i dolori di New York sono il soggetto di questa storia orale della metropoli. Per sei anni Taylor, giornalista canadese residente a Londra, ha raccolto le storie di alcuni newyorchesi: un lavavetri, uno chef, un oste, un esperto di pidocchi, un attivista di Occupy.
Rue Férou, che collega place Saint-Sulpice ai giardini del Luxembourg, non è molto lunga: poche decine di metri, sufficienti a evocare tante storie. Flem è una psicanalista e fotografa nata a Bruxelles nel 1952.
Come un pittore impressionista, Hazan (Parigi, 1936) ricrea con tocchi delicati l’atmosfera della Parigi di ieri e di oggi, tra letteratura, storia e ricordi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1408 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati