The Truth New York, 1978. Perry gestisce una sala giochi ed è un fanatico dei flipper. La sua socia Dorothy, però, vuole cambiare direzione e investire nei nuovi videogiochi che arrivano dal Giappone: sta cercando d’importare Space invaders, un gioco così popolare da aver fatto esaurire le monete da 100 yen che servivano per giocarci. Ma Perry non vuole arrendersi al cambiamento e vorrebbe che la sua sala avesse molti più flipper. L’occasione del riscatto gli arriva da una proposta della polizia di New York. A quanto pare il più potente boss mafioso della città, latitante e introvabile, è un grande appassionato di flipper, così la sala di Perry è scelta per fare da esca al criminale. Perry diventa un vero e proprio consulente delle forze dell’ordine, così determinate a portare a termine l’arresto da assecondare tutte le richieste del ricercato, che si fa comprare tutti i flipper a cui aveva sempre voluto giocare. Ma proprio mentre l’arresto è a un passo, una soffiata fa saltare l’operazione. Il podcast di fiction The truth torna dopo due anni con una nuova serie finanziata dal pubblico. Non si sa se è un ritorno temporaneo o un nuovo inizio, ma il regista Jonathan Mitchell si ripresenta con un episodio perfetto, con una colonna sonora jazz originale che dialoga con i suoni di un flipper degli anni settanta registrato in un museo di Brooklyn.

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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati