Un cessate il fuoco è un accordo di tregua tra le parti di un conflitto che prevede il raggiungimento di un accordo di pace. Sul 38° parallelo che segna il confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud il cessate il fuoco firmato nel 1953 diventò un’estenuante attesa di un epilogo che sembrava non arrivare mai. Nel frattempo, nella terra che separava i due paesi, era nata la Dmz, un’area demilitarizzata in cui si erano insediati migliaia di abitanti attirati dall’esenzione fiscale e che era diventata un luogo turistico di anno in anno sempre più affollato. A tormentare la vita di chi viveva nella Dmz c’è anche la diffusione di messaggi di propa­ganda da enormi impianti audio in grado di coprire una decina di chilometri di territorio avversario. Le aggressioni sonore, cominciate nel 1963, erano state sospese nel 2018 ma sono riprese l’anno scorso dopo che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha inviato nel sud duemila palloni aerostatici carichi di rifiuti. Da sud hanno risposto trasmettendo brani di gruppi K-pop, mentre il nord ha cominciato a diffondere di notte versi di fantasmi e torture. Il podcast Sapiens racconta cose assurde che succedono solo perché esistono gli esseri umani: sicuramente combattere per settant’anni a colpi d’inquinamento acustico è tra le cose meno sensate che ci siamo inventati.

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati