Vacanze, finalmente. Oziare, ricaricare le batterie, rigenerarsi. Però non sempre va così, a volte le vacanze possono essere deludenti o diventare una tortura. E spesso il relax svanisce nel giro di pochi giorni. Da decenni gli psicologi studiano quali sono i fattori che rendono una vacanza capace di incidere sul benessere delle persone facendole sentire non solo soddisfatte e felici, ma anche più realizzate. Un gruppo di psicologi guidati da Jessica de Bloom dell’università di Groningen, nei Paesi Bassi, ha ampliato il “modello Dramma” sulla riduzione dello stress, individuando otto bisogni psicologici da soddisfare per rendere una vacanza davvero rigenerante.

Connessione Le relazioni sociali fanno bene alle persone. Questo vale anche in vacanza, e forse ancora di più che in altri momenti. I viaggi sono un’ottima opportunità per approfondire le relazioni esistenti o per crearne di nuove. Un aspetto importante è scattare molte foto con gli amici e con la famiglia. Le foto ci aiutano a rievocare insieme i momenti e i ricordi del viaggio. Anche conoscere persone del luogo aiuta a sentirsi connessi: chi parte per lunghi viaggi può sentirsi parte di una comunità facendo amicizia con persone nuove.

La connessione inoltre può nascere dal rapporto con la natura: ci si può sentire appagati quando si è in sintonia con qualcosa di enorme come la cima di una montagna, l’infinita distesa del mare o un cielo stellato.

Padronanza Avete notato quanto è orgoglioso un bambino quando finalmente riesce a fare qualcosa dopo vari tentativi? Non è molto diverso per noi adulti. Superare con successo una sfida o aumentare le nostre conoscenze ci dà soddisfazione. La sfida può variare: può essere fisica come scalare una montagna o fare un corso di tennis, o culturale, come andare a un concerto, all’opera o visitare un museo. Tutti possono soddisfare il bisogno di conoscere e scoprire. Poi ci sono le attività creative: dipingere, suonare o fare bricolage sono complesse sfide motorie che richiedono una buona dose di energia cognitiva. Ci aiutano a staccare dallo stress della vita quotidiana e a entrare in un’esperienza di flusso: la sensazione di essere completamente immersi in un compito con un grado di difficoltà adatto alle nostre capacità. Più il compito ci assorbe, più siamo felici.

Novità Chi trascorre le vacanze semplicemente oziando su un lettino potrebbe perdersi qualcosa, compresa la sensazione di maggiore appagamento, che è esattamente ciò che prova chi prende la vacanza come un’occasione per esplorare. La novità può coinvolgere i sensi – la vista, l’olfatto, il gusto, l’udito o il tatto – o le esperienze: lo sfrigolio di uno stufato viet­namita, lo zoo nel quartiere accanto che abbiamo sempre desiderato visitare, lanciarsi con il paracadute. Un cibo esotico, un paesaggio sconosciuto o una lingua straniera ci aiutano a rendere una vacanza memorabile. Dopotutto le esperienze nuove suscitano reazioni più forti e quando le emozioni sono coinvolte è più facile conservare ricordi nitidi.

Autonomia Cos’è che tutti trovano rilassante? Non avere obblighi, fare semplicemente ciò di cui si ha voglia. Le persone aspirano all’autonomia che, insieme alla competenza e alle relazioni, è uno dei tre bisogni psicologici essenziali per l’autostima. Le vacanze offrono la perfetta cornice in cui assecondare questo bisogno. Spiaggia o città, piscina o escursione in bici, ristorante elegante o street food, Svezia o Italia: un po’ di autonomia nel prendere decisioni è fondamentale.

Al contrario, una vacanza può diventare difficile se si trasforma in una costante ricerca di compromessi tra i desideri di genitori, figli, nonni o interi gruppi d’amici. In questo caso è consigliabile sepa­rarsi.

Evasione Sveglia, colazione, lavoro, spesa, lavatrice, palestra, cena: la routine semplifica la vita, riduce lo stress ed evita il caos. Ma ogni tanto può essere rigenerante sfilarsi dalle trame dell’abitudine. Evadere significa non solo prendere una sana distanza dal lavoro, ma anche dagli impegni quotidiani come le faccende domestiche o la cura della famiglia. La maggior parte dei tedeschi afferma di non aver “staccato” abbastanza per rilassarsi davvero in vacanza. Ecco qualcosa che può aiutare: spegnere il telefono, non guardare le email, leggere libri fantasy, imparare a meditare.

Emozioni La meraviglia di un panorama dalla vetta di una montagna, la soddisfazione di sistemare il giardino, l’entusiasmo di visitare una metropoli straniera, una punta di nostalgia di casa. Viaggiare ha il potere di risvegliare emozioni che non proviamo nella vita di tutti i giorni, e in molti casi questo rende speciale un viaggio.

Di base ci sono quattro categorie di emozioni: l’edonismo, un’esperienza di puro piacere come godersi una spa o cenare fuori; il rilassamento; la sensazione di vivere una fortunata coincidenza, qualcosa di nuovo e sorprendente; e infine, l’orgoglio per i propri successi.

Un sé positivo Un viaggio offre l’opportunità di rafforzare quello che gli psicologi chiamano “sé positivo”, per esempio quando partiamo per ritrovare noi stessi (chi sono veramente senza le responsabilità della vita quotidiana?) o per avvicinarci di più al nostro io autentico (amo la montagna, ma vivo in città), e quando ci sentiamo più connessi al mondo (c’è tanto altro al di là del mio quartiere e del mio tragitto casa-lavoro).

Significato Le religioni e la filosofia c’insegnano che le persone desiderano trovare un significato nella vita. Gli psicologi lo identificano con la ricerca o il raggiungimento di qualcosa che ci appare importante e prezioso, come impegnarsi in difesa dell’ambiente, scalare una montagna o stringere nuove amicizie. La vacanza offre diverse opportunità di vivere esperienze significative, per esempio rafforzare il legame con la famiglia, passare del tempo con i figli, parlare più a lungo con il partner.

Oppure rientrare soddisfatti da un viaggio con lo zaino in spalla, imparare a meditare, o rendersi conto che non c’è posto migliore di casa e, grazie a questa illuminazione, tornarci finalmente capaci di goderci il nostro posto nel mondo. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati