Ci sono libri teneri come boccioli di rosa, ma al pari delle rose anche tenaci e forti. È il caso di Una casa fuori dal tempo di Beatrice Masini, che fa sognare e sa anche insegnare. Masini ci catapulta dentro un’atmosfera ottocentesca, dove però la protagonista non somiglia (per fortuna!) a nessuna eroina romantica da dramma in costume. Si chiama Vera. In compagnia del fratello Caspian arriva a Pompei, nel momento in cui la città sepolta viene alla luce per mano degli archeologi. Vera, che ha avuto un’infanzia avvelenata da una zia arcigna, pagina dopo pagina, come Pompei, ritorna alla luce. E a illuminarla sarà l’incontro con una sconosciuta, Ginestra. La ragazza viene dal passato e appare a Vera
“con sandali piatti, di cuoio rosso un po’ sbucciato, che le lasciano libere e visibili le dita dei piedi, dita scure, sottili”. Ginestra conosce la città e la mostra a Vera, segreti compresi. E Vera, persona dall’indole solitaria e guardinga, con Ginestra si apre come forse non le è mai successo. Masini con questo romanzo fuori dal tempo ci regala non solo Pompei, ma anche la storia di un’amicizia che come tutte le amicizie sincere nasce da una difficoltà. E con uno stile sobrio, mai urlato, dona a chi legge una possibilità. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati