La storia di un amore, di un’amicizia, di una scoperta, di un’estate. Al centro c’è Vinga, una ragazza tosta e dolcissima che più di ogni altra cosa ama stare nell’isola dove abita il nonno. Solo lì riesce a sentirsi nel suo elemento naturale. Adora i cetacei e trova una pace immensa nel restaurare insieme al nonno una barca che sembra lì per racchiudere tutto il suo mondo. L’isola è il suo angolo di paradiso, soprattutto è la sua ancora di salvezza. Fuori dall’isola il caos : i genitori che si stanno separando, la madre che piange sempre, i coetanei con cui non riesce a sintonizzarsi. Fuori Vinga si sente a disagio, ma sull’isola è se stessa. Felice. Calma. Poi però anche in mezzo a quel suo paradiso appare una piccola turbolenza. Si chiama Rut. È una ragazza che detesta l’isola e veste sempre di nero. Un carattere opposto a quello di Vinga. Se Vinga è colorata fino all’estremo, Rut sembra portarsi addosso un cimitero. Inaspettatamente le due ragazze diventano amiche e forse qualcosa di più. Il cuore batte, si comincia a boccheggiare per le emozioni forti che si provano. Un libro dolce e leggero sull’adolescenza e l’amicizia, un libro che schiva (per nostra fortuna) ogni velleità di diventare un simbolo, ma ci mostra due ragazze e l’amore con tutta la semplicità della letteratura quando è davvero bella.
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Questo articolo è uscito sul numero 1425 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati