Takoua è tornata. E come al solito dispensa ironia, sorriso e saggezza. Takoua Ben Mohamed è una delle fumettiste italiane (anche se il paese si ostina a non dare la cittadinanza a figlie come lei) più talentuose del nostro panorama. Takoua si sente tante cose: tunisina, italiana, romana, artista. E i dilemmi identitari – che non sono mai dilemmi propri, ma il dilemma dello sguardo eurocentrico che si posa su di lei – li sa sviscerare come nessuno. Sa ironizzare su temi che sono diventati sensibili e lo fa con una grazia senza pari. In un’epoca in cui tra le persone si sono formati steccati ideologici e di identitarismo esasperato, Takoua decide di oltrepassare questi confini e guardare in faccia chi non ci somiglia apparentemente, ma che forse ha con noi più di un tratto comune. Takoua (perché spesso, come Zerocalcare, l’autrice è anche personaggio) è alle prese con un compagno di banco che la professoressa le ha appioppato perché le sembra una magnifica idea e che si professa fascista. I due ragazzi, dopo un tormento iniziale, si conoscono per quello che sono veramente: ragazzi. Un libro che sfida i pregiudizi, facendoci sorridere e riflettere.
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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati