Angie Thomas fa di nuovo centro. Reduce dal successo clamoroso di The hate U give, dove al centro c’è il tema della violenza della polizia contro i giovani neri, in Concrete rose torna di nuovo tra i giovani afrodiscendenti e ci racconta i sentimenti, le paure, le ambizioni di una generazione intera. Angie Thomas ha la capacità straordinaria di saper raccontare il margine senza stereotipi, senza frasi fatte. Le sue ambientazioni uniscono il simbolico e il reale, sono strade ma anche il cuore che pulsa dei protagonisti. E l’autrice non arretra nemmeno quando deve raccontare le ambiguità di certe situazioni. Il protagonista del romanzo si chiama Maverick, ha 17 anni e la sua vita è la strada, la sua banda, la sua gente. Si sente parte di Garden Heights, il quartiere ghetto in cui è nato, ma si sente in dovere di essere il “protettore” di quello spazio che i King Lords, la sua gang, si contendono con i Garden Disciples. È una storia vecchia quanto il mondo, la lotta tra clan per il territorio. Ed è dentro questo margine che a volte si trova la soluzione. La vita di Maverick è nata dentro una struttura voluta da un potere che con la sua vita ha poco a che fare. E il libro parla di questo, di un ragazzo che lotta per liberarsi dalle trappole che gli hanno costruito intorno.

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati