Dai primi risultati della sperimentazione sui bambini, il vaccino della Pfizer sembra avere un buon livello di efficacia e tollerabilità. Secondo gli esperti, però, l’approvazione e l’uso entro l’anno di questo o altri vaccini contro il covid-19 dipenderanno dall’andamento della pandemia.

I test sui bambini sono necessari sia per stabilire la dose corretta sia per verificare la sicurezza e l’assenza di effetti collaterali seri. Di solito si parte dai più grandi per poi passare ai più piccoli. “In genere la dose somministrata agli adulti va bene anche per gli adolescenti, ma nel caso di effetti collaterali eccessivi, come febbre o dolore al braccio, potremmo ridurla al diminuire dell’età”, spiega Saul Faust, insegnante d’immunologia e malattie infettive pediatriche all’università di Southamp­ton, nel Regno Unito.

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Efficacia del 100 per cento

Il 31 marzo la Pfizer ha annunciato che nella fase tre della sperimentazione, condotta negli Stati Uniti su volontari dai 12 ai 15 anni con e senza una precedente infezione da covid-19, il vaccino ha avuto un’efficacia del 100 per cento ed è stato ben tollerato. I test hanno coinvolto 2.260 minorenni, la metà dei quali ha ricevuto due dosi e l’altra metà un placebo. Mentre nel gruppo del placebo sono stati registrati 18 casi di covid, tra i vaccinati non ce n’è stato neanche uno. Gli effetti collaterali sono stati simili a quelli avuti dai volontari tra i 16 e i 25 anni.

La Pfizer sottoporrà i dati all’Fda, l’agenzia del farmaco statunitense, per ottenere il più presto possibile l’autorizzazione a usare il vaccino a partire dai dodici anni. A marzo l’azienda ha anche avviato una sperimentazione sui bambini dai sei mesi agli undici anni.

Nel Regno Unito il team che ha lavorato al vaccino Oxford-AstraZeneca ha inaugurato la fase due dei test su soggetti dai 6 ai 17 anni (che però è stata sospesa in attesa di ulteriori dati sulla rara forma di trombosi che ha colpito alcuni adulti). La sperimentazione coinvolge trecento minorenni: 240 riceveranno il vaccino anti-covid e i restanti uno contro la meningite.

Al termine di questa fase, spiega Faust, sono previsti altri test su almeno quattromila persone per stabilire il dosaggio e l’efficacia del vaccino. Solo a quel punto il comitato Jcvi potrà approvare l’uso del vaccino nel Regno Unito. Ma è possibile che, anche in caso di esito positivo dei test, il comitato decida di condizionare il via libera alla situazione epidemiologica e al contributo dei minorenni alla diffusione del virus, aggiunge Faust.

I bambini non sono considerati ad alto rischio, ma possono trasmettere il virus e contribuire alla comparsa di nuove pericolose varianti. In base ai dati dell’istituto di statistica britannico, in Inghilterra si è registrato un modesto aumento dei contagi nella fascia d’età tra gli 11 e i 15 anni. È probabile quindi che saranno gli adolescenti a essere vaccinati per primi, e poi toccherà ai più piccoli, spiega Faust.

“Per raggiungere l’immunità di gregge bisogna vaccinare chiunque rischi l’infezione, bambini compresi”, dice Peter English, ex presidente del comitato per la salute pubblica del Bma, il sindacato dei medici britannici. “I più grandi hanno la priorità perché hanno una maggiore probabilità di contagiare gli altri”.

Al momento sono in corso molti altri test di vaccini sui giovanissimi. La CanSino Biologics, con sede a Shanghai, sta sviluppando un vaccino simile all’AstraZeneca e ha già avviato la fase due dei test su trenta bambini tra i 6 e i 12 anni.

Anche la Johnson & Johnson ha annunciato che presto testerà il suo vaccino su soggetti tra i 12 e i 17 anni, con risultati previsti “tra qualche mese”. La multinazionale sta collaborando con l’Fda in vista di una rapida approvazione e spera che la vaccinazione dei bambini possa cominciare entro la fine dell’anno. Anche il vaccino Moderna sarà presto testato su persone della stessa fascia d’età.

Infine, un portavoce dell’azienda statunitense Codagenix ha annunciato la messa a punto di un vaccino particolarmente adatto ai più piccoli perché si somministra per via nasale, che però è ancora alla fase uno negli adulti. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati