Domande a chi pensa che sia meglio smettere di sostenere militarmente l’Ucraina.
Se fossimo al posto degli ucraini non cercheremmo anche noi di difendere la nostra libertà, combattendo contro chi vuole occuparci e invocando l’aiuto del resto del mondo?
Abbiamo il diritto di chiedere a un paese di arrendersi pur di fermare una guerra?
È accettabile che i confini di uno stato sovrano siano modificati con la violenza?
Una sconfitta dell’Ucraina non rischierebbe di suggerire a Vladimir Putin che sia possibile invadere anche altri paesi?
E cedendo a Putin non c’è il pericolo che altri dittatori seguano il suo esempio?
In Ucraina non sono in gioco anche il futuro dell’Europa e i suoi valori democratici?
Domande a chi pensa che sia meglio continuare a sostenere militarmente l’Ucraina.
Arrivati a questo punto non c’è il rischio di prolungare un conflitto il cui esito sarà comunque un negoziato in cui l’Ucraina dovrà fare delle concessioni territoriali?
Fin dove è giusto spingersi nel sostegno all’Ucraina? Fino a mandare dei soldati e a entrare in guerra con la Russia?
Sono state tentate tutte le soluzioni diplomatiche?
È utile, per i paesi occidentali, isolare la Russia?
Se la guerra va avanti, siamo sicuri che prima o poi Vladimir Putin non userà l’arma nucleare?
Davvero gli ucraini, che tra l’altro hanno avuto finora almeno diecimila vittime tra i civili, sono ancora favorevoli alla prosecuzione della guerra?
Come è possibile ignorare che l’industria militare e quella degli idrocarburi stanno facendo affari enormi con la guerra? ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati