Qui, su due piedi, potreste avere un’idea per una cena, per un governo, per cambiare vita. Azzardo: anche un’idea per un film, se aveste sottomano una bella storia. Ma sfido chiunque a partorire un’idea televisiva di successo. Non che sia impossibile, ma la genesi è ignota anche agli analisti più avvezzi. Cosa avrà spinto gli autori a immaginare la sfida tra cani randagi alla guida di un aereo, il viaggio di una banconota con una videocamera installata al suo interno, un cast di pretendenti alla corte del sosia del principe Henry, o Gogglebox, che ci mostra famiglie che guardano e commentano la tv? Come racconta Amelia Tait sul Guardian, imporre una novità è un’impresa. Come convincere sulla carta che nascondere un cantante in un costume da tigrotto appassionerà milioni di persone? L’ideatore ci ha messo quattro anni e un paio di esaurimenti nervosi prima di persuadere uno più matto di lui. In altri casi, laddove l’appeal sembrerebbe evidente, il flop è dietro l’angolo. In Sex box una coppia fa l’amore dentro una teca per poi riferire le sensazioni provate. Non fregava niente a nessuno. “L’idea deve essere nuova e semplice”, dicono gli editori. Proviamoci: tre tacchini si sfidano ai fornelli, un giro di estorsori per un talent show, un reality dentro un casello autostradale. Oltre le ambizioni, navigare nell’assurdo può essere una buona pratica terapeutica. E hai visto mai che non si finisca in prima serata. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati