Con un Sanremo orfano di platea, i Ricchi e Poveri soffocati dal mascherone di un alieno e l’appoggio di Nicola Zingaretti a favore di Barbara D’Urso, la tv si chiede cos’altro serva per stupirvi. Anche l’industria che c’è dietro, non quella editoriale ma quella tecnologica, s’impegna a rendere l’esperienza da salotto più avvolgente. Con il 3d che fatica a decollare, la ricerca torna su un antico assillo: la tv odorosa. L’artista olandese Frederik Duerinck ha progettato un coso domestico che emette profumi in sync con le immagini. Si cominciò nel 1916 in un piccolo cinema della Pennsylvania. Cotone imbevuto di essenza di rose e un ventilatore. Il salto tecnologico avvenne nel 1960 con Smell-O-Vision. Fu applicato a un thriller interpretato da Elizabeth Taylor. Ma al momento del detective con la pipa mezza sala collassò. Tentativo rimandato. Negli anni novanta arrivò iSmell, dispositivo con cartucce odorose pensato per combinare 128 molecole diverse. Il problema era che durante la sequenza d’amore tra effluvi di violetta avevi ancora addosso la fagiolata della scena prima. Nei primi duemila qualcuno ha progettato elettrodi da infilare nelle narici. Efficace, dissero i test. Manco per sogno, replicarono gli spettatori. Ora l’olandese promette un nuovo capitolo della tv olfattiva. E mentre mi viene facile pensare a Masterchef o al trionfo ormonale del Grande fratello, mi chiedo che odore abbia l’edizione serale del tg. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati