L’Irlanda sembra un posto surreale. Ma anche, se posso permettermi di coniare un nuovo termine, subreale. Noi irlandesi condividiamo l’isola, non solo quello che sta in superficie ma anche quello che sta sotto. La nostra realtà non viene solo vissuta, ma riesumata. Come ha scritto il poeta Seamus Heaney in Bogland: “Si spinge / in profondità e all’interno, / ogni strato che viene rimosso / sembra sia già stato abitato prima”.

Il sottosuolo dell’ex casa per madri e bambini delle suore del Buon soccorso a Tuam è descritto come “uno strato giallo-grigio e ghiaioso”. E ora lo stanno rimuovendo fin dove, tra il 1925 e il 1961, forse 761 corpi di minuscoli esseri umani furono ammassati in una rete fognaria in disuso. Questo luogo di non riposo è, come riportato dal rapporto tecnico del 2017, “una struttura allungata che comprende venti camere, in diciassette delle quali sono stati individuati resti umani infantili”. Queste camere dell’orrore sono “profonde e strette”. In effetti è proprio così: una realtà sepolta e confinata in una striscia molto stretta della coscienza irlandese. È stranamente pertinente il fatto che Tuam in gaelico sia Tuaim, che significa tumulo. E la città è diventata un microcosmo di tutto ciò che è stato seppellito con le ossa abbandonate della storia irlandese.

Le operazioni per identificare le ossa dei bambini a Tuam sono un evento senza precedenti che sta rimodellando il passato irlandese. E si spera anche il suo presente

Nei terreni della casa ci sono strati di oblio giallo-grigio. In questo piccolo angolo di suolo irlandese in epoca moderna ci sono stati ben tre cicli di sepoltura e riesumazione.

Prima di diventare una casa per madri e bambini, il complesso era l’ospizio di Tuam. Aprì nel 1846 e fu subito travolto dalle vittime della grande carestia. All’inizio furono seppellite accanto all’ospizio, finché le autorità obiettarono che “il cimitero era in uno stato tale da essere pericoloso per la salute di chi viveva a Tuam”. Nel 2012, durante i lavori sulla rete idrica, sono stati scoperti diciotto pozzi contenenti 48 cadaveri risalenti a quella carestia. Probabilmente molti altri corpi giacciono nei terreni all’interno e nei dintorni della struttura. È interessante osservare che, perfino nel pieno di quella catastrofe, le persone furono almeno chiuse in una bara. Una dignità non concessa ai bambini che sarebbero morti in seguito, affidati alle cure delle suore.

Il secondo episodio di sepoltura e riesumazione in questo appezzamento è avvenuto durante e dopo la guerra civile. Tra il periodo in cui fu un ospizio e quello in cui era una casa per madri e bambini, il complesso di Tuam ha avuto un’altra breve vita che ha implicato sepolture nascoste. Durante la guerra civile fu occupato dall’Esercito del libero stato di Irlanda. Nel marzo 1923 sei prigionieri contrari al Trattato anglo-irlandese furono uccisi e sotterrati lì. Questi cadaveri furono riesumati e risepolti nel 1924.

Di nuovo, è interessante che a questi defunti fu dedicato un monumento commemorativo. La carestia e i troubles, se non altro nella memoria ufficiale, occupano uno spazio da concedere alle loro vittime bare e commemorazioni. I bambini morti nella casa per le madri e i piccoli non erano parte della storia fino a quando l’eccezionale storica Catherine Corless non ha fatto in modo che lo diventassero. Lo scavo forense cominciato il 14 luglio a Tuam è tanto più strano se si considera che condensa un’Irlanda antica e una nuova. È al tempo stesso ancestrale e innovativo.

Ci sono state migliaia di indagini archeologiche di tombe e camere mortuarie. Ci sono stati numerosi e difficili recuperi di cadaveri ammassati in fosse comuni dopo massacri o battaglie.

Ci sono anche molti casi di bambini e di altre persone gettate in tombe anonime nei terreni adiacenti a istituti, per esempio intorno al collegio di Smyllum Park in Scozia. In Irlanda abbiamo avuto nel 1993 l’odiosa riesumazione delle tombe delle donne sepolte vicino alla casa di High Park Magdalene a Dublino, così che le suore potessero vendere la proprietà a una società immobiliare. Ma i resti di Tuam, secondo il gruppo di tecnici che ci stanno lavorando, non hanno “paragoni nazionali né internazionali”. E l’operazione in corso per identificare le ossa usando l’analisi del dna e altre tecniche all’avanguardia fisserà, in caso di successo, un nuovo standard per sottrarre i morti che nessuno piange al silenzio e all’anonimato. È un evento senza precedenti che sta rimodellando il passato irlandese. E si spera anche il suo presente.

Mentre gli scavi a Tuam vanno avanti, con la coda dell’occhio siamo consapevoli della presenza dei non morti. Visto che a loro non è stato concesso di riposare in pace, non possiamo farlo nemmeno noi. Visto che loro sono stati consegnati con tanto disprezzo all’oblio, noi siamo obbligati a ricordare. Visto che loro sono stati sacrificati a una visione cieca e monolitica, noi dobbiamo scavare per portare alla luce verità sepolte. ◆ gim

Questo articolo è uscito sull’Irish Times.

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Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati