Il lavoro da remoto ha cambiato molto la vita in ufficio. Mentre Zoom non è sparito, completi eleganti e tacchi alti spesso sono un relitto del passato. Ma c’è un altro aspetto della cultura dell’ufficio di cui parlare. Di questi tempi può essere accettabile vestirsi in modo più informale rispetto al passato, ma purtroppo, cari colleghi, è ancora un tabù scaldare il pesce nel microonde. Ed è assolutamente necessario pulire dopo aver usato la cucina dell’ufficio.
Il galateo da ufficio non ha niente a che fare con le formalità da salotto né si riduce a una pura questione di educazione nei confronti di colleghi e colleghe, anche se è il punto di partenza. “Quando siamo al lavoro è come se stessimo su un palcoscenico”, afferma lo scrittore e coach aziendale Brandon Smith. Per chi negli ultimi anni ha lavorato sempre da casa, mangiando in modo caotico e in solitudine (senza nessuno che guardasse a parte il gatto), vale la pena ripassare un po’ le regole su come si dovrebbe maneggiare il cibo in ufficio. Abbiamo chiesto dei consigli ad alcuni esperti di galateo e guru aziendali.
Seguite le regole, o stabilitele voi
Quando viene pulito il frigorifero? Ci sono indicazioni su come conservare il cibo negli spazi comuni? Avere delle regole chiare può essere molto importante. I lavoratori più giovani potrebbero essere più disinvolti su quando è appropriato aprire un sacchetto di patatine rispetto ai colleghi più anziani, osserva l’esperta di galateo Myka Meier: “È necessario confrontarsi per condividere norme e aspettative, così tutti si sentiranno a proprio agio e rispettati”.
Secondo il giornalista Nick Leighton, conduttore del podcast Were you raised by wolves? (Ti hanno cresciuto i lupi?) alla fine tutto si riduce al semplice concetto del rispetto reciproco: “Le regole di galateo, in generale, partono dal presupposto che gli altri esistono”.
Mantenete al minimo odori e rumori
Potete mangiare sedute alla scrivania? A meno che non abbiate un ufficio tutto per voi, l’esperta di etichetta cinese Sara Jane Ho, che conduce il programma Mind your manners (Comportati bene), pensa che sarebbe meglio trovarsi un posto dove pranzare senza disturbare chi lavora accanto a noi: “Non si tratta solo degli odori. Le persone sono sensibili anche ai rumori”, dice.
Questo vuol dire anche che se volete (o dovete) mangiare il pranzo portato da casa sedute a una scrivania vicinissima a quella di qualcun altro, sono da evitare gli alimenti invadenti, come quelli troppo rumorosi o che hanno odori forti. C’è inoltre una componente culturale. “Quella che per qualcuno è una pietanza deliziosa, può essere considerata ‘troppo forte’ da qualcun altro”, afferma Meier. “Invece di concentrarsi su cosa è appropriato oppure no, è meglio puntare alla neutralità negli spazi condivisi, il che significa scegliere piatti non particolarmente fragranti, come il pesce, o molto speziati, a meno che non ci sia un’area mensa separata”. E qualsiasi cosa stiate mangiando, fate in modo di non lasciare che il cibo resti lì troppo a lungo.
La cucina va tenuta in ordine
Una cucina comune può essere un covo di cattive abitudini. Mettere un’etichetta sul proprio involucro può essere una buona idea, anche se sembra brutto dire agli altri di non rubarci lo spuntino. “Purtroppo è necessario, perché alcune persone pensano: ‘Se non c’è scritto niente forse posso mangiarlo’”, dice Leighton. Non monopolizzate tutto lo spazio (non c’è bisogno di mettere in frigo i pranzi di tutta la settimana), e prestate attenzione ai segnali di avvertimento che vi mandano i colleghi sull’ordine e la pulizia del frigorifero.
Non mangiate durante una riunione, a meno che non lo facciano tutti
Se non si tratta di un pranzo di lavoro, gli esperti concordano nel dire che mangiare durante una riunione è assolutamente da evitare, anche se si svolge su Zoom. “Mangiare mentre un’altra persona sta parlando può essere fonte di distrazione o dare un’idea di scarso interesse”, dice Meier. Le borracce di solito sono accettabili, ma fate attenzione agli incontri più formali, per esempio con dei clienti o con un dirigente, e magari per quella volta lasciate alla scrivania quella enorme borraccia fluorescente.
Quando offrite qualcosa da mangiare, poi rimettete a posto
Le torte, le colazioni o i pranzi per festeggiare fanno parte della vita da ufficio. In una situazione del genere, secondo Leighton, bisogna applicare le “regole dell’ospitalità”: chiunque organizza l’evento ha la responsabilità di servire e rimettere in ordine. “Chi offre è responsabile della lista degli invitati e del rinfresco e deve fare in modo che una volta finito tutto torni come prima”, dice. Se invece dovete organizzare una colazione o un aperitivo, tenete conto di tutte le restrizioni e le allergie alimentari, se necessario aggiungendo delle etichette.
Sara Jane Ho suggerisce di portare piatti di carta e forchette di legno, che sono usa e getta ma hanno un minore impatto ambientale. “La plastica è bandita”, dice.
Se possibile, uscite con i colleghi
Quando si parla di cibo e di ufficio non bisogna solo pensare a cosa evitare di mangiare e a come non disturbare gli altri. Smith dice che lavorare in ufficio può essere anche un’occasione per riportare in vita una tradizione che nei moderni posti di lavoro è in declino: mangiare con i colleghi e anche con i capi.
Spesso le persone che hanno poco tempo a disposizione tendono a mangiare da sole, ma Smith pensa che sia importante trovare il tempo per condividere un pasto con gli altri. Non bisogna temere di proporglielo, dice, però va offerto anche un motivo, altrimenti gli altri potrebbero farsi un’idea sbagliata (per esempio che volete dargli una brutta notizia o che ve ne volete andare). “Potreste dire al capo: ‘Mi piacerebbe fare due chiacchiere con lei e sapere qualcosa di più sulla sua trasferta e avere qualche suggerimento sul mio lavoro’”, dice. Se volete avvicinarvi a un collega, potreste dirgli: “Mi piacerebbe parlare un po’ con te per sapere come ti vanno le cose, e se magari posso aiutarti in qualcosa”. ◆ gim
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati