**◆ **“Covid attacca. Torniamo alla reclusione?”. “No”. “Allora che si fa?”. “Boh”. “Seguitiamo a non abbracciarci, a non baciarci, a tenere gli altri a distanza, a disinfettarci, a portare la mascherina?”. “È consigliabile”. “Ma se il consiglio lo seguono solo i vecchi bacucchi, mentre i bambini riottosi, gli intrepidi giovani, gli smargiassi imbecilli di tutte le età non lo fanno, che succede?”. “Si mette peggio che a febbraio-marzo”. “Macché peggio, le ricerche dicono che s’è addomesticato”. “Le ricerche non lo dicono”. “Comunque ora siamo preparati”. “Preparati a cosa?”. “Ad appimmuneggiare, quarantenare, tamponare e alle brutte ricoverare”. “Ma il virus, abbiamo letto di recente, è maestro d’inganni e senza pietas”. “Senza pietas, il virus?”. “Sì. Ci ha fatto credere, l’empio, che attaccava a morte solo vecchi malconci e risparmiava donne e bambini. Invece ora punta su giovani e giovanissimi per colpire al cuore genitori e nonni. Come ci organizziamo?”. “Rieducando. I patriarchi devono dare una rinfrescata alla loro autorità e abituare in quattro e quattr’otto figli e nipoti a essere responsabili”. “Se no?”. “Se no, signori miei, femmine e maschi di tutte le età marceranno compatti sugli ospedali tornando a intasarli orrendamente”. “Forse è meglio tornare a recluderci”. “Ma il pil, il profitto, la miseria, la scuola, il futuro?”. “Vero. Allora che si fa?”. “Boh”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1373 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati