Per anni, durante le campagne elettorali per le elezioni presidenziali statunitensi, i candidati hanno ripetuto senza troppa convinzione che in ballo c’era il diritto all’aborto. Stavolta è davvero così.

La morte della giudice della corte suprema Ruth Bader Ginsburg, che aveva sempre difeso questo diritto, apre un’aspra battaglia politica sul tema. Il presidente Donald Trump vuole nominare una nuova giudice prima delle elezioni del 3 novembre, in modo da mobilitare gli elettori più conservatori, e questo ha messo sul piede di guerra chi difende il diritto all’aborto. “Siamo sempre stati preoccupati, ma oggi la situazione è più grave”, sostiene Jennifer Dalven dell’Unione americana per i diritti civili (Aclu).

In ricordo della giudice Ruth Bader Ginsburg, New York, 19 settembre 2020  (Michael Nagle, Redux/Contrasto)

Nel 2016 Trump ha vinto le elezioni anche grazie alla promessa di cambiare gli equilibri politici alla corte suprema in modo da cancellare la sentenza Roe contro Wade, che nel 1973 sancì il diritto costituzionale all’aborto. Se riuscisse a nominare un’altra giudice conservatrice (la terza dall’inizio del suo mandato) quello scenario potrebbe avverarsi. Resta da capire se il senato, controllato dai repubblicani, voterà per confermare la nomina prima delle elezioni del 3 novembre.

Blocco granitico

Se la sentenza Roe contro Wade dovesse essere ribaltata, le politiche sull’aborto cambierebbero da uno stato all’altro. Alcuni continuerebbero a garantire questo diritto, mentre altri potrebbero imporre un divieto quasi totale. Secondo le stime di Planned parenthood, un’organizzazione che aiuta le donne ad abortire, la cancellazione della sentenza del 1973 provocherebbe un’ondata di divieti in venti stati e riguarderebbe venticinque milioni di donne in età riproduttiva.

Julie Burkhart, che gestisce cliniche per l’aborto a Oklahoma City e a Wichita, in Kansas, sostiene che per capire le implicazioni di uno scenario del genere basta osservare cosa è successo nei primi mesi di pandemia. In quel periodo i governatori repubblicani di alcuni stati hanno approvato dei decreti per vietare la maggior parte degli aborti, sostenendo che non erano procedure mediche essenziali. In Texas, dove poi il decreto è stato annullato da un tribunale, molte donne si sono messe in viaggio verso le cliniche di altri stati, tra cui quella gestita da Burkhart a Wichita, dove le pazienti sono quadruplicate. “Ho visto cosa succederebbe se Roe contro Wade fosse annullata”, racconta Burkhart.“È stato devastante”.

Negli Stati Uniti ci sono molte organizzazioni che assistono le donne costrette a spostarsi fuori dal loro stato per abortire. Questa rete è destinata ad allargarsi se saranno introdotti divieti statali. Inoltre potrebbero aumentare gli aborti “fai da te”, sottolinea Jill E. Adams, avvocata di If/When/How, un’organizzazione che fornisce informazioni su questa eventualità e cerca di convincere le autorità a non criminalizzarla. Già oggi molti sono indotti in casa con una combinazione di farmaci, sotto la guida di un operatore sanitario. Varie organizzazioni sostengono che l’aborto casalingo attraverso uno dei farmaci in questione – il misoprostolo – può essere fatto in tutta sicurezza senza la presenza di un operatore.

Nel 2019 almeno otto stati hanno approvato provvedimenti per limitare le interruzioni di gravidanza, nella maggior parte dei casi introducendo le cosiddette leggi “del battito cardiaco”, che potrebbero proibire l’aborto già dopo la sesta settimana di gravidanza. Tutti i divieti sono stati temporaneamente bloccati dai tribunali. A giugno del 2020 la corte suprema ha bocciato una legge della Louisiana molto restrittiva. Il giudice John Roberts (un moderato) e i suoi quattro colleghi più progressisti, tra cui Ginsburg, hanno stabilito (cinque voti a quattro) che la legge violava i diritti sanciti dalla sentenza Roe contro Wade. Se Trump riuscisse a nominare un’altra giudice di suo gradimento, in futuro il blocco conservatore sarebbe in maggioranza anche se Roberts si dovesse schierare con i tre progressisti.

A quanto pare Trump potrebbe scegliere Amy Coney Barrett, una fervente cattolica che sarebbe molto apprezzata dagli antiabortisti. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1377 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati