L’attacco russo al centro di Sumy, una cittadina nel nord dell’Ucraina, avvenuto domenica 13 aprile, ha ucciso almeno 35 persone, a cui si sommano le 20 vittime dei missili lanciati dalla Russia contro un quartiere di Kryvyj Rih nove giorni prima. Di fronte allo sconforto che regna in Ucraina, per il quale è difficile trovare parole adatte, i leader politici occidentali non sanno fare altro che esprimere costerna­zione.

Il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha riconosciuto che la Russia sta portando avanti la sua guerra d’aggressione senza pietà, mentre la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni ha parlato di un “attacco orribile e vile”. Perfino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che non si è avvicinato nemmeno di un millimetro all’“accordo di pace” tanto platealmente annunciato, si è spinto a definire la guerra una “cosa terribile” (ma poi si è rifiutato di firmare un documento del G7 che condannava l’attacco).

Ma queste dichiarazioni, che rivelano soprattutto impotenza, non aiutano l’Ucraina. Non servono a salvare neanche una vita e suonano anche a buon mercato. Perché una cosa è chiara: il presidente russo Vladimir Putin non ha il minimo interesse a raggiungere una tregua o un accordo di pace. Al contrario, il Cremlino sembra deciso a mettere in pratica le sue fantasie di annientamento secondo il principio “a mali estremi, estremi rimedi”. Non è un caso se tra le vittime ci sono spesso bambini. La tesi, ripetuta insistentemente, secondo cui gli obiettivi dell’attacco erano militari è semplicemente una bugia indegna.

Cosa può fare l’occidente per fermare questa follia? Gli Stati Uniti, stando alle parole del diplomatico e inviato speciale di Trump Steve Witkoff, sarebbero pronti a dare in pasto a Putin tutti gli ucraini e le ucraine delle quattro regioni finora occupate solo in parte da Mosca. E gli alleati europei di Kiev? Ormai sono nudi, senza difese. Il presidente francese Emmanuel Macron vorrebbe costringere il Cremlino a un cessate il fuoco. Ma come? Da ogni lato la si guardi, è una tragedia. Per la popolazione ucraina la situazione si aggrava di giorno in giorno. ◆ nv

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1610 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati