La Commissione europea dà un ulteriore giro di vite e vuole costringere i giganti della tecnologia come Google, Facebook e Amazon ad adottare pratiche commerciali più corrette. È una buona idea. I padroni dell’era digitale, per la maggior parte statunitensi, sono indiscutibilmente i leader del settore tecnologico, ma hanno la tendenza a monopolizzare i mercati. Se dei nuovi concorrenti emergono – cosa comunque già piuttosto difficile – di norma vengono immediatamente soffocati.

Cosa può fare l’Unione europea per evitarlo? Imporre un comportamento più corretto può essere già un buon inizio, ma è una strada lunga e in salita. Migliaia di aziende si saranno già arrese da un pezzo quando le nuove regole entreranno in vigore: mentre ad Amazon e compagnia viene steso il tappeto rosso, gli altri devono combattere con burocrazia, tasse e incertezze.

Il fatto che proprio gli stati europei con le loro scappatoie fiscali siano i più grandi alleati delle multinazionali lascia trasparire una certa pulsione autodistruttiva. Lussemburgo, Irlanda e Paesi Bassi permettono alle grandi aziende di pagare pochissime tasse. Se si adottano iniziative a livello nazionale come la tassa sul digitale introdotta dal governo austriaco, i costi saranno semplicemente scaricati sui clienti. I giganti mondiali della tecnologia possono solo ridere sotto ai baffi di fronte all’impotenza dell’Unione europea. ◆ mp

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Questo articolo è uscito sul numero 1389 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati