Dal 2022 i supermercati della Repubblica Ceca potrebbero dover riempire i loro scaffali con una quota minima di prodotti locali. Secondo una legge approvata di recente dalla camera dei deputati di Praga (che ora deve passare al vaglio del senato e del presidente Miloš Zeman), nei negozi con una superficie superiore ai 400 metri quadrati almeno il 55 per cento dei prodotti dovrà essere locale. Entro il 2028 la percentuale dovrebbe arrivare al 73 per cento. L’obbligo riguarda 120 prodotti alimentari, tra cui uova, miele, cavolfiori, aglio, oli da cucina, latticini, carni bovine e suine fresche e refrigerate. Anche gli uffici pubblici dovrebbero dare la precedenza ai produttori locali. Il ministro dell’agricoltura Miroslav Toman, del partito socialdemocratico (Čssd), ha invitato i parlamentari a essere “un po’ nazionalisti” sul mangiare. “Comprate prodotti boemi, moravi e slesiani”, ha detto. “Quando bevete un caffè, fate attenzione al latte che ci versate. Ci mettono tutti il latte tedesco, la legge mi pare quindi necessaria”.
La misura fa discutere. Per il deputato dell’opposizione Radek Holomčík, del Partito pirata ceco, “va contro i princìpi del libero mercato”. Tomáš Prouza, il presidente dell’Associazione ceca per il commercio e il turismo, ha sottolineato che il ministro dell’agricoltura e il primo ministro Andrej Babiš hanno interessi economici nel settore agricolo e potrebbero guadagnarci a scapito dei consumatori, che si vedrebbero invece costretti a pagare prezzi più alti. Anche la camera di commercio e le associazioni degli industriali e dei trasportatori si sono espresse contro la legge. Per il capo della Confederazione degli agricoltori è una “vittoria del populismo”.
Già il 2 dicembre gli ambasciatori di otto paesi dell’Unione europea, tra cui la Germania, avevano definito la legge una violazione della libera circolazione delle merci nel mercato interno. La Commissione europea ha detto che studierà la legge non appena sarà approvata in via definitiva. Un portavoce dell’Unione europea, tuttavia, ha chiarito che la libera circolazione dei prodotti agricoli è essenziale e che le “restrizioni locali di qualsiasi tipo sono controproducenti”.
Discount tedeschi
Le catene di supermercati estere controllano più della metà del commercio alimentare nel paese. La Germania è il fornitore più importante, seguito da Polonia, Spagna e Slovacchia. Nel 2019 la Repubblica Ceca ha comprato generi alimentari dalla Germania per 6,9 miliardi di euro. Tra i più grandi discount ci sono le catene tedesche Lidl, Kaufland, Rewe e Metro. Il direttore dei negozi Kaufland nella Repubblica Ceca, Stefan Hoppe, ha criticato il piano: se si facessero più scorte sul mercato locale, i prezzi aumenterebbero. “Un prodotto non può più essere venduto perché viene dalla Germania?”, ha aggiunto. “Se tutti facessero così, avremmo seri problemi”.
Bernard Bauer, presidente della camera di commercio ceco-tedesca, ha ricordato che quattro quinti delle esportazioni ceche sono destinati all’Unione europea: “Non può essere nell’interesse di Praga limitare il mercato interno per certi prodotti, e di sicuro non è nell’interesse dei consumatori”.
La decisione del parlamento ceco fa discutere anche perché in teoria la legge favorisce il primo ministro, il miliardario Babiš, proprietario della Agrofert, la più grande azienda agroalimentare ceca. Ufficialmente l’impresa è gestita da un fondo fiduciario, ma l’Unione europea e la magistratura ceca hanno qualche dubbio. Sospettando un conflitto d’interessi, a metà gennaio la Corte di giustizia europea ha interrotto un processo con cui Praga cercava di ottenere per Agrofert un finanziamento europeo di trentamila euro. Babiš attacca spesso i prodotti stranieri, ma il giorno della votazione era assente. Ha dichiarato di essere contrario alla nuova legge, perché danneggerebbe gli agricoltori cechi: “Se la norma entra in vigore, ci saranno pesanti sanzioni”.
Eppure, tutti i deputati del suo partito, tranne uno, hanno votato a favore della proposta, presentata dal partito di destra, populista ed euroscettico Libertà e democrazia diretta. ◆ nv
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1394 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati