Qualunque cosa si pensi del nuovo libro di Virginia Feito – una ballata omicida scabra, corrosiva e morbosamente divertente – non si può dire di non essere stati avvisati. Tra molteplici episodi di violenza reale e immaginata contro uomini, donne, bambini e neonati – senza contare un cervo, un’anatra e tre levrieri – Victorian Psycho mantiene ciò che promette il titolo che strizza l’occhio sia a Bret Easton Ellis sia alla letteratura ottocentesca con cui Feito è cresciuta. Il romanzo racconta i pensieri e le azioni omicide di Winifred Notty, una governante che arriva in una remota casa di campagna nello Yorkshire con ben altre intenzioni rispetto alla semplice educazione tradizionale dei bambini. Feito ama le sorelle Brontë e Dickens, ma con Victorian Psycho vuole infilarsi negli angoli più oscuri dell’ottocento. Parti del romanzo sono ispirate ai crimini di assassine come Constance Kent, che sgozzò il fratellastro e gettò il corpo in una latrina, e Amelia Dyer, la balia che avrebbe ucciso fino a 400 neonati affidati alle sue cure.
Sam Jones, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati