Oz non è mai stato così grande e potente. Se il primo capitolo del musical in due parti di Chu è riuscito a stupire il pubblico, il suo seguito offre quello che potremmo chiamare fattore “fiuuu”. Ovvero: meno male che non ha rovinato tutto. Ormai il mondo di Oz è stato costruito e il regista e i suoi collaboratori sono liberi di difendere le streghe come vogliono e addirittura di migliorare il materiale originale: non il romanzo di inizio novecento di L. Frank Baum, ma il musical di successo di Broad-way tratto dal bestseller revisionista di Gregory Maguire.
Peter Debruge, Variety
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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati