Giovani madri segue il percorso di alcune minorenni di Liegi accolte in un centro per madri in difficoltà. Il desiderio di descrivere il funzionamento del centro è portato avanti con uno zelo quasi pedagogico che potrebbe giocare a sfavore del film. Invece arriva a toccare una corda sensibile, come se ogni scena “inutile” che descrive la vita nella casa per madri e figli trasmettesse l’emozione dei registi di fronte all’idea stessa dell’esistenza di un simile luogo: un’anomalia nell’individualismo dilagante che funge da metafora dell’ottimismo dei Dardenne. La loro prosa eloquente e amorevole, chiara nel suo umanesimo, è ostacolata dalle intepretazioni disomogenee delle attrici (non professioniste). Per fortuna i bambini, in carne e ossa, fanno emergere una certa naturalezza.
Sandra Onana, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati