◆ Il Nobel per la medicina è stato assegnato agli statunitensi Mary Brunkow e Fred Ramsdell e al giapponese Shimon Sakaguchi per le loro ricerche sulla tolleranza immunitaria periferica. Sakaguchi ha scoperto l’esistenza delle cellule T regolatrici, che impediscono al sistema immunitario di attaccare i tessuti dell’organismo. Brunkow e Ramsdell hanno individuato il gene Foxp3, le cui mutazioni sono alla base di molte malattie autoimmuni. Le loro scoperte sono alla base di una serie di terapie contro questi disturbi, attualmente in fase di sperimentazione clinica.

◆ Il britannico John Clarke, il francese Michel Devoret e lo statunitense John Martinis hanno ricevuto il Nobel per la fisica per aver dimostrato che gli effetti della meccanica quantistica possono essere osservati a livello macroscopico. In una serie di esperimenti negli anni ottanta, i tre hanno osservato l’effetto tunnel e la quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico composto di superconduttori. Questi effetti sono applicati in molte tecnologie digitali esistenti e nello sviluppo dei computer quantistici.

◆ Il premio Nobel per la chimica è andato al giapponese Susumu Kitagawa, al britannico Richard Robson e al giordano Omar M. Yaghi per lo sviluppo delle strutture metallo-organiche, materiali con ampi spazi tra una molecola e l’altra, attraverso cui possono circolare gas e altre sostanze chimiche. Queste strutture potrebbero essere usate per estrarre acqua dall’aria, catturare anidride carbonica e sostanze tossiche e catalizzare reazioni chimiche.

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Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati