Dal 27 settembre centinaia di giovani marocchini del movimento GenZ 212 scendono in piazza in varie città per chiedere una lotta più dura alla corruzione, il miglioramento dei servizi sanitari e scolastici e le dimissioni del primo ministro Aziz Akhannouch. Le manifestazioni in corso da quasi due settimane, ricorda il giornale TelQuel, sono cominciate dopo che all’ospedale di Agadir erano morte nel giro di dieci giorni otto donne incinte, ricoverate per il parto cesareo. Le violenze scoppiate ai margini della contestazione hanno causato tre morti il 1 ottobre a Lqliâa, quando la polizia ha sparato contro un gruppo che cercava di irrompere in un commissariato. TelQuel ha parole dure per il premier, uno degli uomini più ricchi del paese, che di fronte allo scontento popolare è rimasto a lungo in silenzio: “Akhannouch incarna un governo in cui lo stato si confonde con un consiglio di amministrazione. Mentre i giovani chiedono dignità e cambiamento politico, il premier pensa ai suoi affari, blocca le riforme sanitarie che danneggiano i suoi alleati e trasforma i ministeri in macchine per vincere le elezioni”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati