Dopo una campagna elettorale segnata dalle interferenze russe, il 28 settembre i moldavi hanno confermato la fiducia alla formazione europeista della presidente Maia Sandu (nella foto), il Partito di azione e solidarietà (Pas). Il blocco filorusso, guidato dell’ex presidente Igor Dodon, si è fermato al 24 per cento dei voti, mentre il Pas ha ripetuto il successo del 2021, conquistando il 52 per cento dei voti e 55 deputati su 101. Il paese continuerà quindi il percorso di integrazione nell’Unione europea avviato nel 2022. Tuttavia, fa notare il sito moldavo Agora, “il partito di Sandu farebbe un grave errore a considerare il risultato come un assegno in bianco. La vittoria, infatti, non riflette tanto un chiaro sostegno al programma del Pas, quanto il rifiuto delle alternative, tutte considerate populiste e corrotte. Molti elettori hanno scelto l’opzione meno rischiosa per paura, per mantenere il paese sulla rotta europea e perché vogliono la pace. Questo obbliga il Pas a governare in modo responsabile, facendo le riforme necessarie e ottenendo risultati concreti. Altrimenti il capitale politico accumulato si consumerà rapidamente”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati