Francis Chung, Politico/Bloomberg/Getty

Il 1 ottobre gli Stati Uniti sono entrati in shutdown , il blocco delle attività federali, una situazione che si verifica quando i partiti al congresso non riescono a trovare un accordo sulla legge di bilancio. I parlamentari democratici chiedono di estendere alcuni programmi federali per la sanità, e temono che ogni concessione possa essere interpretata dai loro elettori co me una resa al presidente Donald Trump ( nella foto ); i leader repubblicani sono contrari a queste proposte e accusano i democratici di voler mettere in difficoltà il presidente. Durante lo shutdown il governo federale continua a portare avanti solo le attività considerate essenziali, come il finanziamento dell’esercito, il pagamento delle pensioni, la gestione delle infrastrutture, mentre interrompe tutte le altre, come la gestione dei parchi nazionali e dei musei e il rilascio di visti e documenti. Circa 750mila dipendenti del governo federale hanno smesso di lavorare. Negli ultimi anni queste situazioni sono diventate più comuni a causa della polarizzazione politica. L’ultimo shutdown risale al 2019, durante il primo mandato di Trump, quando il blocco durò 35 giorni e fu il più lungo della storia statunitense.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati