Soprattutto dopo il covid può capitare che al ristorante, al posto del classico menù, si trovi un qr code attaccato al tavolo. Per quanto pratico e igienico, difficilmente quel codice ispirerà un libro così ricco e profondo come Tastes and traditions di Nathalie Cooke, un’indagine sulla semiotica estetica e culturale del menù stampato. Il concetto è che, una volta esaurito il suo compito immediato, un menù si trasformi in un reperto storico: un souvenir di un pasto specifico ma anche un riflesso più ampio dei gusti, delle idiosincrasie e delle esigenze della società dell’epoca. Con un corredo di 190 illustrazioni, si potrebbe cedere alla tentazione di leggere il libro solo sfogliandolo, ma sarebbe un peccato. Il testo di Cooke, docente di inglese alla McGill University di Montréal, è davvero coinvolgente. Basta considerare la sua esplorazione dei cambiamenti nelle nozioni di buona alimentazione, ma c’è anche molto altro. Tastes and traditions riserva molte scoperte ai suoi lettori che, almeno per un po’, non vedranno i menù con gli stessi occhi.
Literary Review of Canada

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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati