Isabella Hammad (David Levenson, Getty)

Di norma, i romanzi di formazione culminano nel momento cruciale in cui i protagonisti, ancora non adulti, lo diventano. Ma nella vita reale, solo i fortunati (o forse gli sfortunati) tra noi crescono in una volta sola. Più spesso, la maturazione avviene a tratti, attraverso prese di coscienza irregolari e sconcertanti. Entra il fantasma, l’ottimo secondo romanzo di Isabella Hammad, parla di una donna che attraversa uno di questi scatti di crescita esistenziale. Sonia, un’attrice anglo-palestinese sulla trentina, si sta riprendendo da una relazione travagliata con un regista che aveva acceso in lei la speranza non solo nell’amore, ma anche per la sua carriera in declino. Dopo la fine della storia, Sonia parte per un lungo viaggio ad Haifa, in Israele, dove è cresciuto suo padre e dove ora vive sua sorella, Haneen. L’idea è quella di passare un po’ di tempo con la sorella e tornare a Londra rigenerata. Invece si lascia convincere a partecipare a una messa in scena di Amleto in Cisgiordania, una scelta che la porterà a una ricerca di consapevolezza politica e a un doloroso risveglio. Il romanzo di debutto di Hammad, Il parigino (Einaudi 2021) cominciava a Nablus all’inizio del ventesimo secolo e attraversava decenni di storia palestinese. Entra il fantasma, pur svolgendosi ai giorni nostri, è completamente permeato dal passato della Palestina e profondamente infestato dai fantasmi di Sonia. Hammad, scrittrice tanto delicata quanto precisa, intreccia passato personale e storico con cura, dando a Sonia fantasmi privati e storici. I suoi compagni di scena vogliono che Amleto rappresenti, o parli direttamente, della storia della Palestina. All’inizio Sonia rifiuta questa interpretazione, ma poi capisce che i suoi colleghi ne hanno bisogno per interpretare con efficacia i loro ruoli sul palco. In una scena toccante, Mariam, la regista, istruisce Wael, il giovane attore che interpreta Amleto, a incarnare il lato oscuro del personaggio impersonando una delle guardie di confine israeliane che lo tormentano durante tutto il romanzo. Entra il fantasma sostiene la tesi che la vera crescita, sia politica sia personale, non può avere inizio finché tutti i nostri fantasmi non sono usciti allo scoperto. La letteratura è, se non altro, uno strumento potente per farli emergere. Lily Meyer, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati