Il 17 settembre un decreto firmato dal presidente del Ciad Mahamat Déby ha revocato la cittadinanza al blogger Chafardine Galmaye Saleh e al giornalista N’Guebla Makaïla, due attivisti che vivono in Francia spesso critici verso il leader. Saleh e Makaïla sono accusati di aver cospirato con i servizi segreti di paesi stranieri. “La revoca della cittadinanza”, fa notare MaliActu, “è usata come strumento politico in vari paesi del Sahel, soprattutto quelli governati da militari. È una sanzione pesante, che comporta la perdita di diritti fondamentali, usata per neutralizzare le voci indipendenti, facendo nascere preoccupazioni sullo stato di diritto e sulla separazione dei poteri”. Il sito cita l’esempio del Niger, dove alcuni stretti collaboratori dell’ex presidente Mohamed Bazoum, rovesciato con un colpo di stato nel 2023, si sono visti revocare temporaneamente la cittadinanza. Parla anche dei casi di alcuni esponenti del movimento di protesta algerino hirak , accusati di aver attentato all’unità nazionale; ma anche di quello di Kémi Séba, un attivista francobeninese condannato in Francia per istigazione all’odio razziale, che nel 2024 ha perso la cittadinanza francese.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati