Il 21 settembre 2025 decine di migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di Charlie Kirk, l’attivista di estrema destra ucciso il 10 settembre mentre partecipava a un dibattito in un campus dello Utah. L’evento si è tenuto nello stadio di Glendale, in Arizona. “Più che un funerale è stato un raduno politico con una forte componente religiosa, un rituale collettivo che ha reso evidente l’identificazione del movimento Make America great again con un’identità bianca, cristiana e ultraconservatrice”, scrive Npr. Le persone che hanno preso la parola, a cominciare dal presidente Donald Trump e da vari funzionari della Casa Bianca, hanno descritto Kirk come un “martire” ucciso per le sue idee. Erika, la moglie di Kirk, ha parlato in tono conciliante, dicendo di aver perdonato l’assassino, ma i politici repubblicani hanno usato i loro discorsi per invocare la vendetta e attaccare la sinistra. Trump ha detto che lui, a differenza di Kirk, non rispetta l’opposizione. “Mi dispiace Erika, ma io odio i miei avversari”. Dopo l’omicidio di Kirk il presidente ha intensificato l’offensiva contro quelli che considera i suoi nemici. “L’uso politico delle istituzioni rischia di far scivolare gli Stati Uniti verso uno scenario autoritario simile a quello dell’Ungheria di Viktor Orbán”, scrive Zack Beauchamp su Vox: “Leggi vaghe e poteri discrezionali vengono piegati per colpire oppositori e favorire alleati. Il piano prevede la rimozione di funzionari indipendenti, la persecuzione della società civile e dei mezzi d’informazioni critici, la subordinazione delle grandi aziende e l’imposizione di ostacoli all’opposizione, in modo da compromettere la reale competizione democratica”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati