Ripescati dagli archivi della radio tedesca Swr, questi inediti di Nelson Freire arricchiscono la discografia ufficiale di un artista la cui traiettoria in studio è stata piena di ostacoli, fino al suo sublime autunno alla Decca. Per i lavori solisti, il contenuto è sostanzialmente un recital del 1999 a Magonza, che ha un programma tipico del pianista brasiliano soprattutto grazie alla Fantasia di Schumann, uno dei suoi cavalli di battaglia. Un altro gioiello sono le Estampes di Debussy. Più sorprendenti i pezzi concertanti. Prométhée di Skrjabin, del 1979, sarà una sorpresa per molti ascoltatori. Sono di nove anni prima le Noches en los jardines de España di Manuel de Falla, un misto perfettamente dosato di mistero e chiarezza, e una Grande polonaise brillante di Chopin che impressiona per gli effetti timbrici miracolosi. Freire non aveva mai fatto un disco di Mômo­precóce, pezzo per orchestra e piano del suo compatriota Heitor Villa-Lobos. Eccolo in una registrazione del 1999 in cui, come un diavoletto che esce dalla scatola, il pianista non smette mai di rimbalzare tra ritmi sempre perfettamente cesellati. È un’edizione necessaria.
Laurent Muraro, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1629 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati