Il 16 luglio Israele ha bombardato il quartier generale dell’esercito siriano a Damasco per costringere le forze governative a ritirarsi dalla città a maggioranza drusa di Al Suwayda, nel sud della Siria, dove quasi 250 persone sono morte in tre giorni di scontri tra beduini e drusi. Le vittime sono in gran parte combattenti, ma sono stati uccisi anche 28 civili drusi, 21 dei quali in esecuzioni sommarie, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Israele, che occupa dal 1967 le alture siriane del Golan e ne ha annesso una parte, ha ribadito negli ultimi giorni che non avrebbe tollerato la presenza delle forze di sicurezza siriane nel sud del paese e ha annunciato il rafforzamento delle sue posizioni militari al confine con la Siria.
La comunità drusa è divisa: uno dei più influenti capi religiosi, lo sceicco Hikmat al Hijri, ha chiesto l’intervento di Tel Aviv, mentre altri leader spingono per un cessate il fuoco e un accordo con le autorità siriane. La regione di Al Suwayda ospita la più importante comunità drusa del paese. I drusi sono diffusi tra Siria, Libano e Israele, e praticano una dottrina d’origine sciita con elementi derivati da ebraismo, cristianesimo e induismo.
Le violenze ad Al Suwayda sono scoppiate il 13 luglio quando uomini armati beduini hanno rapito un venditore druso sull’autostrada per Damasco, provocando rappresaglie. Nella zona esplodono regolarmente scontri tra beduini sunniti e drusi, divisi da tensioni di lunga data. Al Monitor ricorda che, dopo la caduta del regime di Bashar al Assad lo scorso dicembre, in tutta la Siria si sono verificati episodi di violenza intercomunitaria. Il più grave è avvenuto a marzo nel nordovest del paese, dove sono stati uccisi più di 1.700 civili, in gran parte alawiti. I responsabili sono stati soprattutto gruppi affiliati al governo.
Nelle ultime settimane Israele e Siria erano impegnati in colloqui per normalizzare le relazioni ed è probabile che ora un accordo sulla sicurezza sarà rinviato, nota il giornalista di Al Monitor Ben Caspit. Le violenze di Al Suwayda dimostrano le difficoltà della transizione politica guidata dal presidente ad interim Ahmed al Sharaa, in una Siria devastata da quasi quattordici anni di guerra civile. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1623 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati