Leggere Boileau-Narcejac come si fa normalmente con i romanzi polizieschi ci fa cadere in un equivoco. Da tempo questo duo di autori è evaso dai confini restrittivi del genere. Non sono certo i soli e – senza soffermarci su Simenon – possiamo dire che in Francia esistono tanti generi di giallo quanti sono gli autori di questa specialità. L’ultima opera di Boileau-Narcejac, I vedovi, illustra bene la loro arte della finzione, la loro brillante manipolazione delle apparenze. Serge Mirkine, un geloso patologico, si sbarazza dell’amante di sua moglie, che – ahimè! – non lo era affatto, e si vede assegnare un premio letterario che non può accettare senza correre il rischio di essere riconosciuto da alcuni testimoni del suo crimine. Immaginate che supplizio sia per uno scrittore non potersi cingere di gloria in pubblico. A coronamento della sua goffaggine, Mirkine uccide la moglie in un incidente d’auto. Il finale cade come una ghigliottina e se ne resta scossi – osiamo dirlo – con la spiacevole sensazione di essere stati anche noi “fregati” in qualche modo.
J.-M Dy, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati