Dietro l’aspetto di ritratto edificante di una madre coraggiosa, l’esordio di Bailly esplora soprattutto la codipendenza tra Mona (Calamy), madre single, e il figlio Joël (Charles Peccia-Galletto), la cui disabilità intellettiva esige una presenza materna sempre meno definibile. La cooperativa sociale in cui lavora Joël convoca Mona e i genitori di Océane (Julie Froger) per informarli che tra i due ragazzi c’è un legame. La notizia che Océane è incinta fa vacillare le due famiglie. Una sceneggiatura intelligente spinge di lato le questioni di diritto sollevate dalla situazione, pur aprendo spiragli inquietanti su un certo eugenismo istituzionale. Più sottile della tendenza psicologizzante di scrittura e dialoghi, in generale il film definisce con precisione i legami di un bambino-adulto, la cui peculiare condizione sarebbe solo l’iperbole. Charlotte Garson, Cahiers du Cinéma
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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati