Le alternative, romanzo dell’irlandese Caoilinn Hughes, si apre con una lezione di geologia. L’Irlanda, ci viene detto, è “un unico grande luogo d’impatto”, nata dalla collisione sottomarina di due antichi continenti. Il romanzo è attraversato da molte collisioni sommerse come questa. È una storia di dislocamento dal dolore, dalla famiglia, da frane sia letterali sia emotive. La narrazione ruota intorno a quattro sorelle rimaste orfane, ormai adulte. A un certo punto una di loro scompare, anche se non per molto. Le sorelle si precipitano nella casa di campagna dove la scomparsa si era nascosta, e nelle settimane successive intrattengono tra loro conversazioni prudentemente evasive. Si potrebbe pensare, dunque, a uno di quei libri in cui piccoli e oscuri segreti vengono trascinati alla luce. Eppure Le alternative può risultare piuttosto disorientante, in linea con certe tendenze attuali. Nonostante insista molto a parlare di strati, resta troppo vicino alla superficie. “Non possiamo scavare un pozzo profondo dentro le persone”, riflette una delle sorelle. In realtà possiamo e si chiama narrativa. E quando la scrittura è tecnicamente raffinata come in questo caso, non si può fare a meno di pensare che forse, diciamo così, ci fossero altre alternative. Oliver Eagleton,The Times Literary Supplement

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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati