Karim, il protagonista di Furto, l’ultimo romanzo del premio Nobel tanzaniano Abdulrazak Gurnah, nasce a Zanzibar dopo la rivoluzione del gennaio 1964, per poi essere quasi del tutto abbandonato dalla giovane madre, Raya, che fugge da un matrimonio infelice. Man mano che Karim, bello e intelligente, migliora la sua condizione sociale, attira l’attenzione e l’ammirazione di chi gli sta intorno: il fratellastro più grande di lui, Ali, che lo accoglie dopo la morte della nonna e lo incoraggia a frequentare l’università a Dar es Salaam; Fauzia, una studente brillante che diventerà sua moglie; il ministro che lo recluta per lavorare a un piano di sviluppo sostenibile finanziato dall’Unione europea. Perfino sua madre mostra verso il Karim adulto un affetto che non aveva mai espresso durante l’infanzia. Forse il più devoto di tutti è Badar, il giovane servitore assunto da Raya in circostanze misteriose. Quando lei lo caccia da casa sua, Karim accoglie Badar con sé e Fauzia a Zanzibar, trovandogli un lavoro. A differenza di Gurnah, i personaggi di questo romanzo sono rimasti in Tanzania durante la rivoluzione, ma anche loro comprendono cosa significhi “perdere il proprio posto nel mondo”. La storia culmina in un crescendo drammatico e coinvolgente che ruota attorno a Geraldine, una cooperante bianca che soggiorna nell’hotel di Badar: Karim, Badar e Fauzia finiranno tutti spezzati da questa straniera, ognuno a modo suo. Lauren Christensen, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati