Uno dei più grandi eventi musicali d’Europa, l’Exit Festival, lascerà la Serbia dopo la fine della 25ª edizione, in programma dal 10 al 13 luglio. Gli organizzatori denunciano “pressioni antidemocratiche” da parte delle autorità serbe: i fondi statali sono stati tagliati e alcuni sponsor sono stati costretti a ritirarsi. Il motivo? Il sostegno del festival alle proteste studentesche contro la corruzione, scoppiate dopo il crollo di una pensilina nella stazione di Novi Sad, dove lo scorso novembre sono morte 16 persone. Ufficialmente, il segretariato provinciale alla cultura ha respinto le accuse, parlando di “pressioni finanziarie” come causa dell’interruzione dei fondi. Tuttavia, l’Exit – che si svolge presso la fortezza di Petrovaradin, proprio a Novi Sad – affonda le sue radici nei movimenti pro-democrazia che contribuirono alla caduta di Slobodan Milošević nel 2000 e ha promosso tematiche sociali come la lotta alla tratta di esseri umani o i diritti lgbt+. Dopo la tragedia di Novi Sad, gli organizzatori del festival hanno partecipato alle marce, distribuito cibo, sacchi a pelo e pubblicato messaggi di supporto sui propri canali. Non è ancora chiaro se il festival si trasferirà in un altro paese. L’Exit ha attirato oltre duecentomila spettatori negli ultimi anni, ospitando artisti come White Stripes, Arctic Monkeys, Cure e Prodigy. Secondo il produttore Daryl Fidelak, il festival ha avuto un impatto profondo sulla scena culturale serba, attirando un pubblico internazionale. Guy Delauney, Bbc

L’Exit festival nel 2024 (Dr)

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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati