Con questo nuovo disco gli Stereolab non solo tornano sulle scene dopo quindici anni con musica nuova, ma anche con un rinnovato interesse. Si chiedono in che modo dare senso alle nostre vite all’interno di un sistema costruito sullo sfruttamento e sul declino. La loro risposta alla situazione è creare, essere vigili ed essere responsabili nei confronti degli altri. Il loro suono resta inconfondibile ma in qualche modo stavolta si espande. Tra krautrock, lounge jazz, pop psichedelico e minimalismo, la band britannico francese propende per passaggi strumentali estesi in cui marimba, flauto, vibrafono e sintetizzatori modulari compongono trame caleidoscopiche. Il risultato è denso, ma mai caotico: è sognante, cinetico e in continua evoluzione. L’equilibrio tra consapevolezza e immaginazione, critica e speranza, psichedelia e pop è quello che rende speciale Instant holograms on metal film. Anche i momenti più euforici ci ricordano le nostre responsabilità. Qui non si parla di escapismo fine a se stesso ma di trovare un nuovo scopo nella vita.
Scotty Dransfield, Under The Radar
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Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati