L’ esercito israeliano ha lanciato un’intensa offensiva di terra nella Striscia di Gaza dopo più di due mesi di blocco totale sul territorio e l’interruzione unilaterale del cessate il fuoco con Hamas a marzo. Nel frattempo i delegati di Israele e Hamas sono a Doha, in Qatar, per nuovi colloqui indiretti. Tel Aviv è sotto una crescente pressione internazionale, esercitata anche dal suo alleato statunitense, per arrivare a una tregua e consentire l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.

L’operazione Carri di Gedeone, cominciata il 17 maggio, ha coinciso con la fine del viaggio in Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che è stato in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, ma non in Israele. L’esercito israeliano sostiene che l’offensiva ha l’obiettivo di espandere il “controllo operativo” nella Striscia di Gaza, liberare gli ostaggi rimasti e sconfiggere Hamas. Ma il premier Benjamin Netanyahu è stato criticato da più parti della società israeliana, comprese le famiglie degli ostaggi che lo accusano di non dare priorità alla liberazione dei loro cari.

Dal 17 maggio gli attacchi aerei israeliani nel nord e nel sud della Striscia sono stati incessanti e in cinque giorni hanno causato almeno 370 vittime, tra cui cinque giornalisti. Il 19 maggio l’esercito ha emesso ordini di evacuazione a Khan Yunis, avvertendo di un “attacco senza precedenti”. In una settimana ha colpito più di 670 località, sostenendo che fossero tutte “postazioni di Hamas”. Ma gli esperti e i gruppi per la difesa dei diritti umani respingono questa definizione. Tra i luoghi colpiti ci sono gli ospedali, bersaglio ricorrente dei militari israeliani. Il 18 maggio l’ospedale indonesiano nel nord del territorio ha smesso di funzionare dopo essere stato assediato dalle forze israeliane. I medici sostengono che questo potrebbe causare la morte di migliaia di malati e feriti. La situazione è stata considerata “catastrofica” dal direttore della struttura, Marwan al Sultan. Anche l’ospedale Al Awda a Jabalia e quello europeo nel sud sono stati bombardati. Israele ha inoltre reso noto di aver ucciso il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Mohammad Sinwar, fratello e successore di Yahya Sinwar, ucciso a ottobre.

Profonda preoccupazione

Tutta la Striscia di Gaza è a rischio di carestia. Più del 90 per cento della popolazione è sfollata. Israele blocca dal 2 marzo l’ingresso delle forniture umanitarie di base, compresi viveri, carburante, medicine e vaccini per i bambini, nonostante le pressioni di agenzie umanitarie e organizzazioni internazionali. Il 18 maggio Netanyahu ha annunciato che consentirà l’ingresso di “una quantità base di viveri per evitare che si sviluppi una crisi legata alla fame nella Striscia di Gaza”, dicendo che la decisione è motivata dalle richieste degli alleati. Ma non è chiaro quando aprirà la frontiera.

Intanto crescono le critiche a Israele. La Germania, uno dei suoi principali sostenitori, ha espresso profonda preoccupazione per l’offensiva. Il ministro degli esteri francese Jean-Noël Barrot ha chiesto la ripresa “immediata, ampia e senza condizioni” degli aiuti. Il 16 maggio sette paesi europei (Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Slovenia, Spagna e Norvegia) hanno esortato Israele a “invertire l’attuale politica” a Gaza. ◆ fg

Ultime notizie

◆ Il 20 maggio 2025 il Regno Unito ha sospeso i negoziati per un accordo di libero scambio con Israele e convocato l’ambasciatrice. Lo stesso giorno l’Unione europea ha annunciato la revisione del trattato di associazione con Israele in vigore dal 2000. Afp


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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati