Nella Repubblica Federale Autocratica dell’Australia Orientale ogni espressione artistica è severamente sorvegliata. Julian Ferryman è il bassista degli Acceptables, catapultati al successo grazie a un loro primo album di pop innocuo. Dopo un anno all’estero, Julian torna a Melbourne per registrare il secondo disco. Durante il volo, prova la droga F che consente a chi la assume di intravedere il futuro. La maggior parte delle persone ne coglie solo brevi sprazzi – ore, forse giorni – a seconda della tolleranza. Ma, ci dice il narratore, “si vocifera che, con abbastanza F, si possa vedere fino alla fine del tempo”. Una volta tornato, Julian si riunisce alla band: Ash, il frontman carismatico, e la fidanzata Oriana (ex di Julian); il chitarrista Xander e il fratellino Pony che sogna di sostituire Julian; Tammy alla batteria, sottovalutata da tutti, e Wesley, il critico musicale che ci racconta questa storia. La registrazione del nuovo album e il tour successivo non vanno per il meglio. Ash ha scritto un manifesto apertamente contrario al regime e rifiuta qualunque contributo degli altri componenti della band. Un mix pericoloso di droga, alcol e quelle brevi sbirciate nel futuro fa riemergere vecchi rancori e tensioni irrisolte. Con Big time Prosser celebra il desiderio di fare arte e creare connessione anche nelle condizioni più oppressive e ci trascina con sé in questo viaggio.
The Conversation
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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati