Il 4 maggio 2025, davanti a quarantamila persone riunite per la ormai tradizionale assemblea annuale della Berkshire Hathaway (una holding di industrie e servizi finanziari), Warren Buffett (nella foto), 94 anni, ha annunciato che entro la fine dell’anno lascerà la guida della compagnia. Dopo sessant’anni finisce la straordinaria carriera di “una figura anomala” del capitalismo statunitense, scrive il New York Times. Pochi altri investitori possono vantare i risultati di Buffett, che lascia al suo successore Greg Abel un utile di 89 miliardi di dollari realizzato nel 2024 e una liquidità di 384 miliardi di dollari. Tutta questa ricchezza non ha mai modificato il suo stile di vita: abita ancora nella sua piccola casa di Omaha, nel Nebraska, e per anni ha guidato la stessa modesta automobile. Ma oltre che per le sue innegabili capacità da investitore, Buffett sarà ricordato come “la coscienza del capitalismo, capace di dire verità scomode sui problemi del sistema, quando gli altri restano in silenzio”. E in quest’ultima occasione non si è smentito, visto che ha detto la sua sulla guerra commerciale scatenata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “Il commercio non dovrebbe essere un’arma. Se il resto del mondo diventa più ricco non avviene a spese degli Stati Uniti. Anzi, diventiamo più ricchi e più sicuri anche noi”. Poi ha aggiunto: “È un grande errore se ci sono sette miliardi e mezzo di persone che ti detestano, e trecento milioni si vantano del proprio successo. Penso che non sia né giusto né saggio”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati