“Il MeToo algerino esplode sui social media”, racconta Sonia Lyes sul sito algerino Tsa. “È la manifestazione di un disagio tenuto a lungo nascosto, visto che le molestie rivolte alle donne per strada non sono una novità né una rarità. Da alcuni giorni decine di donne, ragazze, studenti e madri prendono il telefono per filmare i loro molestatori e poi pubblicano i video sui social media con un hashtag in arabo, traducibile con ‘No alle molestie in Algeria’”. L’obiettivo è rendere visibili gli autori delle molestie, per dissuadere gli altri dall’imitarli. L’iniziativa è stata accolta da influencer algerine come Dalya Atrouche, che ha 300mila follower su TikTok e invita a essere dei “veri uomini, non dei maschi qualunque”. “Sguardi insistenti, commenti osceni, pedinamenti, proposte indecenti: gli abusi sono di vari tipi, tanto che spesso la strada è vissuta come uno spazio minaccioso”, osserva Lyes, ricordando che in Algeria dal 2015 è in vigore una legge contro le violenze coniugali e le molestie per strada. Ma pochi vengono denunciati e puniti. Inoltre alcuni hanno accusato le donne di infrangere la legge e il loro diritto alla privacy, visto che in Algeria bisognerebbe chiedere il consenso di chi si vuole filmare.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati